Palazzo Datini
palazzo storico di Prato Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Palazzo Datini fu la residenza del mercante Francesco Datini e della moglie Margherita. L’edificio si trova nel centro storico di Prato in via Ser Lapo Mazzei.
Palazzo Datini | |
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Palazzo Datini | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Prato |
Indirizzo | via Ser Lapo Mazzei, 43 |
Coordinate | 43°52′47.98″N 11°05′43.62″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XIV secolo |
Uso | Museo, Archivio |
Piani | due |
Realizzazione | |
Proprietario | Pia Casa dei Ceppi - Palazzo Datini |
Committente | Francesco Datini |
Oggi è sede del Museo di Casa Datini, dell'Archivio di Stato, dell'Istituto di studi storici postali "Aldo Cecchi" odv e della Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica "F. Datini".
Il palazzo originario, collocato in Porta Fuia all'incrocio tra via Rinaldesca e via del Porcellatico, fu acquisito nel 1354 da Piero di Giunta del Rosso per Francesco, al costo di 47 lire e 10 soldi, subendo immediatamente lavori di ristrutturazione.
Benché modesto, l’edificio sorgeva in una zona prestigiosa e la sua costruzione proseguì nel 1383, arricchendosi degli apporti di artisti fiorentini del calibro di Agnolo Gaddi e Niccolò Gerini.
Importanti eventi storici e culturali si sono succeduti in questo luogo, che ha ospitato figure di spicco come papa Alessandro V e Luigi II d'Angiò. Con il tempo, il palazzo è diventato un fulcro di attività benefiche e culturali, testimoniando l'evoluzione storica e sociale di Prato, fino a trasformarsi in un archivio e museo cittadino, incarnando un esempio di bene culturale integrato.
Il palazzo originario, collocato in Porta Fuia all'incrocio tra via Rinaldesca e via del Porcellatico, fu acquisito nel 1354 da Piero di Giunta del Rosso per Francesco, al costo di 47 lire e 10 soldi, subendo immediatamente lavori di ristrutturazione. Questo edificio, benché modesto, sorgeva in una zona prestigiosa. La sua edificazione proseguì nel 1383, arricchendosi degli apporti di artisti fiorentini del calibro di Agnolo Gaddi e Niccolò Gerini. Importanti eventi storici e culturali si sono succeduti in questo luogo, che ha ospitato figure di spicco come papa Alessandro V e Luigi II d'Angiò. Con il tempo, il palazzo è diventato un fulcro di attività benefiche e culturali, testimoniando l'evoluzione storica e sociale di Prato, fino a trasformarsi in un archivio e museo cittadino, incarnando un esempio di bene culturale integrato.
L'esecuzione degli affreschi sulla facciata del palazzo fu affidata nel novembre 1410 dai rettori del Ceppo ai pittori Ambrogio di Baldese, Niccolò di Piero Gerini, Alvaro Pirez, Lippo d'andrea e Scolaio di Giovanni.
L'incarico prevedeva di affrescare 2.200 braccia quadre a marmo. Gli artisti dovevano inoltre realizzare 16 storie dipinte della vita di Francesco di Marco Datini, 6 stemmi dei Ceppi in campo d'argento e gigli d'oro, oltre a 15 altri stemmi più piccoli in altre proprietà. Il compenso per ogni "storia" fu di 8 fiorini; i ceppi grandi furono pagati un fiorino e mezzo l'uno; quelli piccoli 20 soldi; gli affreschi a marmi furono pagati 5 soldi al braccio quadro. Il compenso complessivo fu di 278 fiorini, 5 soldi, 10 denari a oro, cui si aggiunsero oltre 60 fiorini di spese per l'acquisto dell'oro e dei colori necessari.
Agli stessi pittori fu affidata la "dipintura del tetto", per un totale di 464 braccia "a piano".
Dell'opera eseguita rimangono solo alcune sinopie, staccate e conservate oggi all'interno del palazzo.
Francesco Datini fu uno dei più ricchi mercanti della sua epoca e nel Trecento la sua compagnia tessile/finanziaria aveva filiali in Italia e all'estero (Avignone e Barcellona i principali, ma la rete si estendeva a tutto il Mediterraneo, fino ad Alessandria in Egitto).
Tutte le carte del suo archivio vennero murate dopo la sua morte, in un vano alto e stretto del palazzo e miracolosamente ritrovate quasi intatte nel XIX secolo. Vi sono custoditi migliaia di libri contabili, campionari tessili, lettere commerciali, lettere private, in un insieme di straordinaria ricchezza e completezza (circa centocinquantamila documenti), tale da farlo considerare il più importante archivio mercantile medievale d'Europa.
Per questo oggi, nel palazzo, sono ospitati presso l'Archivio di Stato di Prato, che gestisce vari fondi: l'Archivio Datini (composto dalle sue lettere, libri contabili, ecc), e l'Archivio Ceppo (composto dai documenti dell'Ospedale del Ceppo pratese, opera di beneficenza costituita come lascito ereditario del Datini).
Dal 2009, i locali principali al piano terra sono adibiti a museo (ingresso gratuito). È possibile non solo ammirare la splendida abitazione ed alcune opere d’arte che l’arricchiscono, ma anche ripercorrere la personalità di Datini le sue attività economiche, la storia dell’edificazione del palazzo e quella dei Ceppi che, a partire dal 1410 ad oggi, vi hanno sede.
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