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Porta nella cultura di massa
simbolo dell'immaginario collettivo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La porta, nell'immaginario collettivo, è associata a significati e simboli molto vari e complessi, secondo l'epoca e il luogo di riferimento, perlopiù legate all'idea di passaggio[1][2] (anche nel senso iniziatico di "rito di passaggio"[1]), chiusura[3] e apertura[3]. In particolare, può rappresentare in modo ambivalente tanto la vita[3] quanto la morte[3], oppure un collegamento tra due mondi, piani, stati d'animo, epoche, o ancora uno spazio segreto[1]. Talvolta la sua presenza è così importante da giustificare presso varie culture un guardiano, umano o mostruoso, che ne sorvegli l'ingresso o l'uscita.[3]
Tra gli esempi più rappresentativi si ricordano le porte del tempio di Giano[3], quelle del Paradiso, la Sublime porta, la porta dell'Inferno dantesco e la Porta santa.
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«Qual è quel cane ch'abbaiando agogna,
e si racqueta poi che 'l pasto morde,
ché solo a divorarlo intende e pugna,
cotai si fecer quelle facce lorde
de lo demonio Cerbero, che 'ntrona
l'anime sì, ch'esser vorrebber sorde.»
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto VI)