La Ribellione delle Tre Guardie[4], detta anche dei "Tre Guardiani",[4] o dei "Tre Governatori".[5] (in cinese semplificato 三監之亂; in cinese tradizionale 三监之乱), o meno comunemente Ribellione Wu Geng,[28] fu una guerra civile,[2] istigata dall'alleanza di principi scontenti della dinastia Zhou, lealisti Shang, stati vassalli e non cinesi contro il governo Zhou capitanato dalla reggenza del duca di Zhou alla fine dell'XI secolo a.C.[8]
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Dopo la caduta della dinastia Shang, Re Wu di Zhou aveva nominato i suoi fratelli Guanshu, Caishu e Huoshu come "Tre Guardie" ad est per assicurarsi le nuove conquiste nei territori Shang.[4] Dopo la sua morte e l'incoronazione del suo figlio minore re Cheng, Dan il fratello di re Wu, duca di Zhou, si dichiarò reggente e prese il controllo della corte. Questo fatto agitò gli animi delle Tre Guardie che sospettarono Dan di usurpazione e credettero di essere i più adatti semmai a ricoprire il ruolo di reggenti.[29] Alleati con diversi altri separatisti nobili orientali, i lealisti Shang sotto la guida del principe Wu Geng,[2][16] e diversi stati Dongyi e Huaiyi,[8] insorsero in ribellione contro il duca di Zhou. Quest'ultimo lanciò una campagna ad est per schiacciare la ribellione, e sconfisse i ribelli nel giro di tre anni, uccidendone ed espropriandone i capi. Facendo questo egli espanse anche i confini del regno Zhou nella Cina orientale,[2][4] trasformandola in un impero con l'uso del nuovo sistema Fengjian.[5][27]
Edward L. Shaughnessy definì questa ribellione «una crisi di successione che divenne un vero spartiacque non solo per la dinastia Zhou occidentale ma anche per la storia dell'intero stato cinese».[30]