Rivolte prussiane
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Con rivolte prussiane si fa riferimento a una serie di cinque insurrezioni, di cui due di dimensione maggiore e tre dalla portata ridotta, effettuate nel XIII secolo in Prussia dagli antichi Prussiani, una delle tante tribù baltiche, contro i Cavalieri teutonici. L'ordine religioso cavalleresco, con il sostegno papale e dall'Europa cristiana, si impose l'obiettivo di sottomere militarmente e convertire i Prussiani pagani. Nei primi dieci anni della crociata prussiana, la quale interessò la regione omonima, cinque delle sette principali famiglie nobili prussiane si erano arrese ai meno numerosi Cavalieri teutonici. Ciò non impedì ai Prussiani di insorgere contro i propri conquistatori in cinque occasioni.
La prima rivolta fu finanziata dal duca Swietopelk II, duca di Pomerania. Inizialmente i Prussiani ebbero successo, riducendo i Cavalieri ad asserragliarsi nei soli cinque castelli rimasti sotto il loro controllo. Anche se la situazione sembrava volgere a favore del duca, le popolazioni locali riportarono una serie di sconfitte militari e, alla fine, dovettero riappacificarsi con i crociati. Venuto meno il sostegno del duca Swietopelk ai Prussiani, un legato pontificio spedito da papa Innocenzo IV negoziò un accordo di pace tra le due controparti. Tuttavia, questo trattato non fu mai onorato o applicato, specialmente dopo la vittoria prussiana nella battaglia di Krücken alla fine del 1249.[1]
La seconda rivolta, nota a livello storiografico come "grande rivolta prussiana", fu provocata dalla battaglia di Durbe del 1260, la più disastrosa sconfitta subita dai Cavalieri teutonici nel XIII secolo.[2] Questa ribellione risultò la più lunga, seria e pericolosa per l'Ordine, il quale fu di nuovo costretto a rintanarsi nei cinque castelli meglio rinforzati. Le truppe che dovevano assistere i Cavalieri giungevano con lentezza, nonostante i ripetuti incoraggiamenti di papa Urbano IV, e per i teutonici tutto lasciava presagire al peggio. A svantaggiare i Pruzzi e ad impedirgli di assestare il colpo decisivo fu la mancanza di unità e di una strategia comune, che diede il tempo necessario affinché rinforzi più numerosi finalmente raggiunsero la Prussia intorno al 1265. Uno dopo l'altro, i gruppi prussiani si arresero e i focolai di insorti vennero stroncati nel 1274.
Le successive tre rivolte minori dipesero da aiuti stranieri e furono soppresse nel giro di uno o due anni. L'ultima rivolta del 1295 pose fine alla crociata; con la Prussia che divenne infine un territorio cristiano di lingua tedesca, che assimilò i Prussiani nativi e un certo numero di coloni provenienti da diversi Stati del Sacro Romano Impero.