San Sebastiano nelle arti
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La storia di san Sebastiano nelle arti (visive e non) è una tra le più lunghe e ricche, forse può essere considerato uno dei santi più rappresentati della Chiesa cattolica.
Riconoscibile a colpo d'occhio, per via dell'iconografia che lo riguarda, costituita dalle frecce che gli penetrano il corpo, questa immagine è venuta a subire nel corso del tempo una quantomai notevole evoluzione; passando dall'originaria figura di uomo barbuto di mezza età che indossa l'armatura a quella di adolescente muscoloso con un corpo intatto seminudo ed inerme, fino a trasfigurarsi in una vera e propria icona gay.
Nelle rappresentazioni del primo millennio lo si vede indossare la clamide militare come si conveniva alla sua professione di soldato, e sempre senza barba: un guerriero armato di scudo e spada. Durante l'epoca dell'arte gotica appare con un'armatura di maglie metalliche alla moda del tempo, ma presto anche con un ricco abito da nobile romano e di solito con la barba. Da allora in poi si è cominciato inoltre a rappresentarlo nudo al momento di essere colpito dalle frecce; soprattutto i gotici olandesi e tedeschi lo raffigurano ricoperto di ferite e col corpo magro ben evidenziato. Il primo attributo personale di riconoscimento è la corona di fiori in mano; a partire dall'alto Medioevo una freccia e un arco tra le mani.
Dal tardo XV secolo gli artisti hanno scelto sempre più spesso di presentare la figura del santo come un giovinetto denudato, ancora completamente imberbe, con le mani strettamente legate al tronco di un albero o alla cima di una colonna mentre offre del tutto indifeso il petto alle frecce del carnefice.