Tentativo di fuga da Alcatraz del giugno del 1962
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Il tentativo di fuga da Alcatraz del giugno del 1962 fu un’evasione dal carcere di Alcatraz[1], un penitenziario di massima sicurezza posto sull'omonima isola nella Baia di San Francisco, da cui nessuno era mai riuscito a fuggire prima, perpetrato dai prigionieri Frank Morris, John Anglin e Clarence Anglin. [2] I tre uomini furono in grado di fuggire di notte dalle loro celle e di lasciare l'isola in tempi brevi, a compimento di un complesso e meticoloso piano sviluppato per diversi mesi. Dopo che furono entrati nella Baia di San Francisco non si seppe più nulla di loro.[3][4][5]
Morris e i fratelli Anglin fuggirono la notte dell'11 giugno 1962. Si avvalsero di un condotto di 91 cm del blocco B delle celle che passava proprio dietro le loro celle per raggiungere l'uscita dalla prigione. Per accedere al condotto, i prigionieri dovettero meticolosamente rimuovere una ventola di aerazione utilizzando attrezzi improvvisati, come un cucchiaio da cucina saldato su un motore di un aspiratore rubato. L'ora di musica prevista dal programma del carcere di Alcatraz (un recente ammorbidimento rispetto alle rigide regole del carcere), fu l'occasione fortuita dei tre fuggitivi: dozzine di uomini simultaneamente suonavano i loro strumenti creando una cacofonia che servì a nascondere le operazioni di scavo nel muro. Il progresso nel loro lavoro venne coperto da un finto muro il quale, nell'oscurità della cella, trasse in inganno le guardie.[6]
Quando finalmente furono in grado di passare attraverso il condotto, di notte in notte predisposero il necessario per la fuga. La loro assenza sarebbe stata notata dalle guardie che facevano delle ronde a ogni ora, e per questo i fuggitivi realizzarono delle finte teste di cartapesta per simulare la loro presenza nel letto, servendosi anche di ciocche di capelli rubate in barberia. Per passare dal condotto, gli uomini rimossero la griglia, la ventola e poi il motore a essa annesso, rimontando poi la sola griglia di protezione, riuscendo a rimuovere i rivetti con del carburo di silicio rubato nel laboratorio della prigione, cancellando ogni traccia del loro passaggio. I fuggitivi, poi, dedicarono molte ore anche alla costruzione di un gommone improvvisato composto da cinquanta impermeabili, tutti rubati. Questi vennero portati nelle celle e nascosti alla vista delle guardie da fogli. Lunedì 11 giugno i tre fuggitivi posero le loro finte teste nei loro letti, entrarono nel condotto e lasciarono l'isola di Alcatraz a bordo della loro zattera improvvisata verso un destino incerto.[6][7][8]
Gli investigatori dell'FBI vennero aiutati da un prigioniero, Allen West, che era parte del gruppo dei fuggitivi, ma venne abbandonato dagli amici a causa di ritardi. Dell'impresa dei tre detenuti fuggitivi non si ha prova né del fallimento né della riuscita.[8] Nel 1979, l'FBI concluse ufficialmente, sulla base di evidenze di circostanza e sentendo l'opinione degli esperti, che gli uomini dovevano essere annegati nelle fredde acque della baia di San Francisco nel tentativo di raggiungere la terraferma.[6][7][9]
Morris e i fratelli Anglin appaiono a ogni modo ancora oggi nella lista dei ricercati.[10][11] Nei primi anni '10 del XXI secolo, incominciarono a presentarsi le prime prove che potrebbero far pensare che qualcuno del gruppo sia sopravvissuto.[12][13][14] I parenti dei fratelli Anglin presentarono anche delle prove secondo le quali i due fratelli si sarebbero recati in Brasile dopo la fuga, allegando una fotografia del 1975 che li ritrarrebbe; secondo gli esperti potrebbe esserci un collegamento facciale tra i personaggi della fotografia e gli evasi.[15][16] Non si hanno invece tracce di Frank Morris.[17]