Terrore bianco (Ungheria)
repressione politica ungherese / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Con Terrore bianco in Ungheria ci si riferisce a un periodo durato due anni (1919-1921) e caratterizzato dalla violenta repressione controrivoluzionaria ed anticomunista messa in atto da bande reazionarie che cercavano di cancellare ogni lascito della repubblica sovietica brevemente esistita nel 1919. Il numero delle vittime e la loro composizione sociale, religiosa o nazionale di questa fase della controrivoluzione ungherese non è noto con certezza, sebbene si stimi la morte di un numero compreso tra le 10.000 e le 100.000 persone.
Dopo la caduta della Repubblica Sovietica Ungherese, nel sud del Paese, prese forma un «Esercito nazionale» guidato da Miklós Horthy, ex ammiraglio della marina austro-ungarica. Tra gli ufficiali che risposero all'appello di Horthy c'erano combattenti ultranazionalisti che organizzarono una campagna di atrocità per eliminare i sostenitori comunisti e spaventare la popolazione, con l'intento di intimorirla e accettare il cambio di governo. I pogrom e gli omicidi di massa furono perpetrati proprio dalle unità di questo esercito nazionale comandate da Mihály Horthy; anche le organizzazioni paramilitari si macchiarono di gravi reati, compresi omicidi, in particolare il gruppo paramilitare noto come «Risveglio ungherese».
Queste unità di rappresaglia, le quali si facevano chiamare con il nome di «Guardia Bianca», condussero una campagna su vasta scala di uccisioni, torture e umiliazioni. Le esecuzioni sommarie di persone sospettate di fedeltà comunista erano comuni, con le vittime venivano spesso impiccate in luoghi pubblici a scopo deterrente. I gruppi bianchi attaccarono anche contadini, liberali politici e molto spesso ebrei, che furono ampiamente accusati della rivoluzione perché gran parte del gabinetto comunista era composto da membri di origine semita.
Nonostante ciò, il panico si trascinò per quasi due anni consecutivi; la violenza politicamente motivata si evolse gradualmente in omicidi preterintenzionali e furti compiuti per arricchirsi personalmente. Gli ufficiali della Guardia Bianca iniziarono a competere tra di loro per il potere, generando lotte intestine e liti per futili motivi che costrinsero il regime a non sostenere più le attività delle unità. Preoccupato dall'escalation di violenza, Horthy decise di stabilizzare la situazione. Dal 1921 Pál Prónay, uno degli ufficiali più sanguinari attivo durante il triennio del Terrore, fu perseguito per i crimini commessi dalla sua compagnia. Lo scioglimento del suo battaglione nel gennaio 1922 viene fatto coincidere con la fine del Terrore bianco.