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Il museo nazionale d'Abruzzo, anche noto con l'acronimo MUNDA, è il principale museo della regione[1][2][3].
Museo nazionale d'Abruzzo | |
---|---|
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Indirizzo | Largo Tornimparte, 1 67100 L'Aquila |
Coordinate | 42°21′01.57″N 13°23′19.18″E |
Caratteristiche | |
Tipo | archeologico, artistico |
Istituzione | 1951 |
Direttore | dott.ssa Lucia Arbace |
[munda.abruzzo.it Sito web] | |
Istituito all'inizio degli anni Cinquanta del XX secolo mediante l'unione delle collezioni aquilane del Museo Civico dell'Aquila e del Museo Diocesano d'Arte Sacra, è storicamente ospitato nelle 41 sale del Forte spagnolo[4]. Dopo essere stato chiuso in seguito al terremoto del 2009, parte della collezione è stata resa accessibile nei locali dell'ex mattatoio a partire dal 2015.
L'intero fondo del museo comprende una sezione di archeologia e paleontologia, che include un rarissimo scheletro completo di mammuthus meridionalis vestinus[5], una d'arte sacra medievale, una rinascimentale e barocca ed una di arte moderna e contemporanea, cui afferisce la collezione aquilana delle opere di Emilio Greco. Oltre al pittore catanese, il museo raccoglie, tra gli altri, importanti lavori del maestro di Beffi, del maestro di Fossa, di Saturnino Gatti, di Silvestro dall'Aquila, di Nicola da Guardiagrele, di Francesco da Montereale, di Bartolomeo di Giovanni, di Pompeo Cesura, di Giovan Paolo Cardone, di Giulio Cesare Bedeschini, di Mattia Preti, di Teofilo Patini e di Francesco Paolo Michetti. Particolarmente significativa è la sezione dedicata alla scultura mariana d'Abruzzo[3].
Il museo ha origine dopo la seconda guerra mondiale, precisamente nel 1951, quando furono unite le collezioni del Museo Civico dell'Aquila e del Museo Diocesano d'Arte Sacra, entrambe con sede all'Aquila e salvatesi dalle devastazioni belliche[2][4]. Come sede della collezione venne scelto il Forte spagnolo, appena restaurato ad opera dall'allora Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie d'Abruzzo e Molise, che ne fece la propria sede[2]. L'istituto, inaugurato dall'allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi con il nome di Museo Nazionale dell'Aquila, poi mutuato nell'attuale, è stato il primo museo nazionale istituito in Abruzzo[1][3].
Il primo allestimento della sezione artistica, comprendente il piano terra ed il piano primo del fabbricato di facciata, fu successivamente ampliato al secondo livello mentre la sezione archeologica — costituita dalla collezione allestita dal principe Francesco Caracciolo di Barisciano nel XVIII secolo, dai reperti rinvenuti negli scavi ottocenteschi di Amiternum e da quelli portati all'Aquila nel 1926 dagli altri siti archeologici di Alba Fucens e Guardia Vomano[4] — fu poi impreziosita, dal 1960, dalla ricostruzione pressoché completa dello scheletro di un mammuthus meridionalis vestinus rinvenuto nei pressi di Scoppito nel 1954[5].
Al 1974 è databile l'inclusione nel museo della collezione del marchese Francesco Cappelli, costituita principalmente da quadri di Mattia Preti e da altre tele si stampo seicentesco[3][4].
Il terremoto dell'Aquila del 2009 ha reso inagibile il Forte e causato numerosi danni alle opere esposte, in alcuni casi in maniera irrimediabile[3]; il museo è stato chiuso e parti della collezione temporaneamente trasferiti a Celano e Sulmona. Nel settembre del 2015, ad oltre 6 anni di distanza dal sisma, il Forte è stato oggetto di un apertura straordinaria di pochi giorni in occasione della conclusione dei lavori di restauro del Mammuthus[6] mentre qualche mese dopo, nel dicembre 2015, un'importante fetta della collezione del museo è stata nuovamente esposta al pubblico nella nuova sede espositiva situata nell'ex mattatoio inaugurata alla presenza del ministro Dario Franceschini[7][8].
La collezione del museo nazionale d'Abruzzo è ampia e variegata. La sezione archeologica comprende reperti dell'età del ferro, testimonianze delle civiltà italiche del territorio, e di epoca romana, provenienti in larga parte dagli scavi di Amiternum[2].
Il museo è raggiungibile tramite il trasporto pubblico locale attraverso le linee di autobus 3, 30 e 33, oltre che dalla ferrovia Terni-Sulmona essendo la stazione dell'Aquila posta a circa 100 metri dal complesso. Dispone inoltre di un piccolo parcheggio dedicato con accesso da via Tancredi da Pentima; altri posti auto sono presenti nelle vicinanze in piazza Caduti dell'8 dicembre 1943 (adiacente la stazione ferroviaria), in via Francesco Filomusi Guelfi ed in via Borgo Rivera.
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