Utente:Vinyadan/Italia (epoca romana)
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In epoca romana, la nozione di Italia si evolse negli ultimi secoli della Repubblica e poi sotto l'Impero fino a designare la penisola nella sua totalità, dalla punta calabra, allora Bruzio, fino alle Alpi, ma non coprì mai le isole, se non dopo Diocleziano.
L'Italia fu il primo campo di espansione del potere romano e fu integrata allo Stato secondo modalità variabili: colonie romane e latine, trattati di alleanza (foedus) e confisca del territorio.Si trattava di un territorio molto vasto e contrassegnato da una notevole varietà etnica e sociale. Pur conservando dei forti particolarismi locali, l'Italia romana sin dalla fine della repubblica subì un processo di unificazione sotto un unico regime giuridico.
L'Italia centrale e meridionale non furono mai considerate una provincia romana; questo termine fu sempre riservato all'amministrazione dei territori non italici. La parola provincia è utilizzato talvolta da alcune fonti di epoca tardoromana in relazione all'Italia; in questi casi non aveva tuttavia il senso tenico-amministrativo, bensì quello più largo di "territorio", o quello di "distretto governato da un magistrato".
Questo stato di cose rimase immutato anche quando, dopo la Tetrarchia, l'Italia non ebbe più nessun privilegio effettivo rispetto alle province; il potere romano evitò comunque la parola provincia, sostituendole "regione" (regio, regiones).
Nel Digesto, di epoca giustinianea (533 d. C.), si legge invece dell'Italia come di una provincia, e del magistrato a essa preposto, il prefetto. Un uso più antico del termine provincia applicato all'Italia si trova sotto la Repubblica, utilizzato nell'ambito della gestione delle foreste della penisola.
Il concetto di stato-nazione è senz'altro anacronistico riguardo al mondo antico, tuttavia la memoria storica dell'Italia romana venne particolarmente evocata durante il risorgimento, nel periodo di formazione della nazione italiana moderna.