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Édouard Bourdet
drammaturgo e giornalista francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Édouard Bourdet (Saint-Germain-en-Laye, 26 ottobre 1887 – Parigi, 17 gennaio 1945) è stato un drammaturgo e giornalista francese, nonché amministratore della Comédie-Française.
Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Edouard Bourdet fu il figlio di Fernand Bourdet (1853-1906), ingegnere, e di Margherita Vallée (1860-1908), discendente del ministro Georges Pléville Le Pelley. Si sposò nel 1909 con Catherine Pozzi (1882-1934), poetessa e donna di lettere[1], conosciuta nel 1901 in Bretagna. Dalla loro relazione nacque un figlio, Claude, partigiano, durante l'occupazione tedesca, e giornalista.
Come giornalista divenne corrispondente in Inghilterra per conto de L'Écho de Paris e svolse a lungo l'incarico di critico teatrale.
Il 15 ottobre 1936 Jean Zay, ministro della pubblica istruzione del Fronte popolare, nell’intento di svecchiare la Comédie-Française, nominò Bourdet Amministratore della Comédie-Française[2]. Mantenne la carica sino al 27 dicembre 1940, quando fu sostituito in quanto costretto a letto a seguito di un incidente stradale[3]. Durante l'occupazione nazista, Bourdet si mostrò favorevole agli ideali della resistenza.
Nel suo teatro si fusero le due maggiori tendenze drammaturgiche francese dell'epoca, ossia la corrente naturalistica e moralistica espressa da Antoine e dal suo Théâtre Libre, e quella realizzata da Alexandre Dumas figlio e da Victorien Sardou, definibile come "commedia di intrigo".[4]
Bourdet produsse opere satiriche aventi come oggetto di indagine la media e alta borghesia, descritta evidenziandone gli eccessi, le particolarità e le eccezioni. L'autore focalizzò la sua attenzione soprattutto sugli interessi economici, sulle brame sessuali, sugli egoismi dei protagonisti, inseriti in un contesto dove spesso è la donna a comandare.
Questo tipo di trame e di approfondimenti condusse Bourdet ad ottenere ampi successi, frutto di scandali più che di riconoscimenti del suo valore artistico e poetico. In particolare, la sua pièce La prigioniera fu fortemente osteggiata in diversi Paesi, tra cui l'Italia e gli Stati Uniti, per la sua rappresentazione dell'omosessualità femminile[5] nonché la sua commedia Fior di pisello, la quale nel 1949 fu bandita in Italia per volere di Giulio Andreotti in persona, all'epoca sottosegretario del governo De Gasperi IV[6].
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Opere teatrali
- Il Rubicone (Le Rubicon, 1910)
- La Cage ouverte (1912)
- L'Heure du berger (1922)
- L'uomo incatenato (L'homme enchaîné, 3 atti, 1923)
- La prigioniera (La Prisonnière, 1926)
- Ultima novità (Vient de paraître, 4 atti, 1927)
- Il sesso debole (Le Sexe faible, 3 atti, 1929)
- Fior di pisello (La Fleur des pois, 4 atti, 1932)
- Tempi difficili (Les Temps difficiles, 4 atti, 1934)
- Margherita (Margot, 2 atti, 1935) musiche di Francis Poulenc e Georges Auric)
- Fric-Frac, 5 atti (1936)
- Hyménée, 4 atti, (1941)
- Padre (Père, 1942)
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Filmografia
Soggetto
- Il sesso debole (Le Sexe Faible), regia di Robert Siodmak (1933)
- Fric-Frac, furto con scasso, regia di Maurice Lehmann e Claude Autant-Lara (1939)
- Hyménée, regia di Émile Couzinet (1947)
- Vient de paraître, regia di Jacques Houssin (1949)
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
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