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Abner Zwillman
criminale statunitense (1904-1959) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Abraham Zwillman, detto Abner e anche Longie (Newark, 27 luglio 1904 – West Orange, 26 febbraio 1959), è stato un criminale statunitense di origine ebraica, attivo soprattutto nel New Jersey settentrionale.
Legato da lunga amicizia e collaborazione a figure come Lucky Luciano e Meyer Lansky, guidò un’organizzazione criminale facente parte del sindacato nazionale del crimine, operativa dagli anni '20 agli anni '50 e al suo apice verso la fine degli anni '30.[1]
Zwillman fu anche il fondatore dei New Jersey Minutemen, un gruppo militante antifascista attivo a Newark tra il 1933 e il 1941. L’organizzazione si oppose con decisione al German-American Bund, movimento filo-nazista americano, e al Christian Front.[2]
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Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Abner Zwillman nacque il 27 luglio 1904 a Newark, nel New Jersey, secondo figlio di Abraham Reuben (nato Abram Tzvilman) e Anna (Ella) Slavinsky, ebrei lituani emigrati da Skapiškis nel 1903 insieme alla loro primogenita, Bessie.[3] Il padre lavorava come droghiere. Dopo il loro arrivo negli Stati Uniti, la famiglia crebbe ancora con altri cinque figli - Ethel (Etta), Barney, Frieda (Phoebe), Larry e Irving - nati fino alla morte del padre nel 1915.[4]
Dopo la scomparsa del padre, Zwillman fu costretto ad abbandonare la scuola per contribuire al sostentamento della famiglia. Iniziò a lavorare in un caffè di Prince Street, sede di un consigliere locale del Third Ward di Newark. Ma il salario non bastava, e così lasciò anche quel lavoro, mettendosi a vendere frutta e verdura nel quartiere con un cavallo e un carro presi in affitto.
Ben presto si rese conto di non poter competere con i venditori ambulanti di Prince Street, che offrivano prezzi più bassi. Si spostò quindi nell’area più benestante di Clinton Hill, dove cominciò a vendere biglietti della lotteria alle casalinghe. Notando che la lotteria rendeva molto più della frutta e verdura, iniziò a organizzare una rete di vendita attraverso i commercianti locali. Già nel 1920, con l’aiuto di alcuni scagnozzi, Zwillman controllava gran parte del giro del gioco dei numeri.
Per un periodo, Zwillman ebbe una relazione con l’attrice Jean Harlow e riuscì a procurarle un contratto per due film alla Columbia Pictures, concedendo un ingente prestito in contanti al capo dello studio, Harry Cohn. Le regalò anche un bracciale tempestato di gemme e una Cadillac rossa. In alcune registrazioni effettuate di nascosto, è stato udito riferirsi a lei in termini denigratori davanti ad altri gangster.
Nel 1939 sposò Mary de Groot Mendels Steinbach, unica figlia di Eugene Mendels e nipote di Emanuel S. Mendels, uno dei fondatori dell’American Stock Exchange (all’epoca noto come Curb Exchange).[5][6][7] La coppia ebbe una figlia, Lynn Kathryn Zwillman, nata intorno al 1944.[8] Mary aveva inoltre un figlio da un precedente matrimonio, che divenne il figliastro di Abner Zwillman.
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Carriera criminale
Riepilogo
Prospettiva
Il proibizionismo
All’inizio del Proibizionismo, Zwillman iniziò a contrabbandare whisky in New Jersey attraverso il Canada, servendosi persino di alcuni camion blindati della Prima guerra mondiale. Poco dopo entrò a far parte di un sindacato guidato da Joseph Reinfeld, che importava alcol dal Canada via mare. Si dice che questo gruppo controllasse circa il 40% del traffico di liquori illegale.[5] Grazie ai profitti ottenuti, Zwillman ampliò notevolmente le sue attività nel gioco d’azzardo clandestino, nella prostituzione e nel racket sindacale, investendo al contempo anche in imprese lecite, tra cui vari locali notturni e ristoranti molto noti.
Nel 1929 fu condannato a sei mesi di carcere per aver aggredito un socio: fu l’unica condanna penale della sua vita.[8]
L’“Al Capone del New Jersey”
Dopo l’assassinio di Dutch Schultz nel 1935, Zwillman rilevò le attività criminali che Schultz gestiva nel New Jersey. Fu allora che la stampa iniziò a chiamarlo “l’Al Capone del New Jersey”. Nonostante questa fama, Zwillman cercò spesso di costruirsi un’immagine rispettabile: nel 1932 offrì una ricompensa per il ritrovamento del bambino Lindbergh e donò ingenti somme in beneficenza, tra cui 250.000 dollari per un progetto di riqualificazione delle baraccopoli di Newark.
Poco dopo aver preso il controllo delle operazioni di Schultz, Zwillman entrò attivamente nella politica locale, arrivando a influenzare la maggior parte dei politici di Newark per oltre vent’anni. Negli anni '40, insieme al fidato socio Willie Moretti, dominò il settore del gioco d’azzardo nello stato, in particolare al Marine Room, all’interno del Riviera, il suo celebre nightclub di Palisades.
Nel 1951, le sue attività finirono al centro dell’inchiesta della commissione Kefauver sul crimine organizzato. Zwillman ammise di essere stato un contrabbandiere durante il Proibizionismo, ma sostenne che tutte le sue imprese successive fossero perfettamente legittime.[9] Intrattenne anche rapporti con molte celebrità, tra cui Joe DiMaggio. Secondo alcune testimonianze, durante le indagini della commissione Kefauver, Zwillman avrebbe affidato a DiMaggio tre bauli pieni di denaro per nasconderli al fisco. Dopo la morte di Zwillman, il denaro non venne mai restituito.[10]
Nel 1956 finì sotto processo per evasione fiscale. La giuria non riuscì a raggiungere un verdetto e le accuse furono archiviate. Successivamente, diversi suoi associati furono arrestati e accusati di aver corrotto due giurati.[1]
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Morte
Riepilogo
Prospettiva
Durante le audizioni del 1959 della commissione McClellan del Senato sul crimine organizzato, Zwillman ricevette una citazione a comparire come testimone. Il 26 febbraio 1959 fu però trovato impiccato nella sua abitazione di West Orange, nel New Jersey, poco prima della sua prevista testimonianza.[1][11][12] Fu sepolto al B’nai Abraham Memorial Park, un cimitero ebraico di Union, nel New Jersey, dopo un funerale a cui parteciparono 1.850 persone, tra cui varie celebrità e sua madre, Ella, allora ottantenne.[8] Nonostante la cerimonia fosse officiata da un rabbino, furono presenti molti mazzi di fiori e la bara era aperta - elementi inconsueti nella tradizione ebraica.
La morte venne classificata come suicidio, attribuita a problemi di salute e alle pressioni derivanti da questioni fiscali irrisolte. Il figliastro, John Steinbach, riferì che Zwillman fosse anche profondamente turbato dalle indagini del Senato sul racket dei juke-box e dall’inchiesta sulla corruzione di giurati legata a un precedente tentativo fallito di incriminarlo.[5]
Tuttavia, la polizia trovò lividi sui polsi di Zwillman, circostanza che alimentò l’ipotesi che fosse stato legato prima di essere impiccato. C’è chi ha speculato che Vito Genovese avesse ordinato di eliminarlo. Altri sostengono che Meyer Lansky, temendo che Zwillman avesse deciso di diventare un informatore governativo, avesse autorizzato la mafia italiana a intervenire. L’idea che non si fosse trattato di suicidio fu condivisa anche dal boss deportato Charles “Lucky” Luciano, che avrebbe confidato al giornalista Martin Gosch, in Italia, che l’ipotesi del suicidio era assurda e che i sicari avevano legato Zwillman “come un maiale” prima di impiccarlo. La biografia di Lucky Luciano scritta da Gosch insieme a Richard Hammer è però controversa e considerata in parte romanzata da alcuni esperti di criminalità organizzata; gli autori affermano comunque di aver riportato fedelmente le dichiarazioni di Luciano, morto prima della pubblicazione del libro.
La vedova di Zwillman si risposò tre anni dopo, con la personalità sportiva Harry Wismer.[7]
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