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Muhammad ibn Ibrahim al-Fazari

astronomo, filosofo e matematico arabo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Muḥammad ibn Ibrāhīm al-Fazārī (in arabo عبد الله محمد بن إبراهيم بن حبيب الفزاري?, ʿAbd Allāh b. Muḥammad b. Ibrāhīm b. Ḥabīb al-Fazārī; Kufa, ... – Baghdad, 796 o 806[1]) è stato un astronomo, filosofo e matematico arabo attivo alla corte del califfo abbaside al‐Manṣūr[2][3].

Figlio di Ibrāhīm al-Fazārī, anch'egli astronomo e matematico, attivo nella corte califfale dell'abbaside Hārūn al-Rashīd, studiò dapprima col padre e poi a Baghdad, dove nel 747 s'era trasferita la famiglia.

Alcune fonti lo indicano come arabo,[4][5][6][7] ma altre fonti lo indicano come persiano.[8][9][10]

Al-Fazārī tradusse numerosi testi scientifici in arabo e farsi.[11] Viene considerato il primo musulmano ad aver costruito un astrolabio[9] a proposito del quale scrisse il Kitāb al‐ʿamal bi‐l‐asṭurlāb al‐musaṭṭaḥ ("Libro sull'azione dell'astrolabio piano": in arabo كتاب العمل بالأسطرلاب المسطح).

Tabella dei numeri cardinali in caratteri latini, arabi e hindi.
Europei (derivati dai caratteri arabi occidentali) 0123456789
Indo-arabi ٠١٢٣٤٥٦٧٨٩
Indo-arabi orientali (persiano ed urdu) ۰۱۲۳۴۵۶۷۸۹
Devanagari (Hindi)
Tamil

Con il padre di Yaʿqūb ibn Ṭāriq e con suo figlio, aiutò a tradurre il testo astronomico indiano di Brahmagupta (floruit VII secolo), il Brāhmasphuṭasiddhānta, chiamato in arabo al-Zīj ʿalā Sinī al-ʿArab,[12] o Zij al-Sindhind al-kabīr.
Questa traduzione fu probabilmente il veicolo attraverso il quale i numeri cardinali indiani furono trasmessi al mondo islamico,[13] prima che in Occidente essi fossero fatti conoscere da Leonardo Fibonacci.

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