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Al-Qaida in Iraq
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L'Organizzazione della base[3] del jihād in Mesopotamia (in arabo تنظيم قاعدة الجهاد في بلاد الرافدين?, Tanẓīm qāʿidat al-jihād fī bilād al-rāfidayn)[4], anche nota come al-Qāʿida in Iraq (AQI), è stato un gruppo terroristico gihadista e takfirita attivo in Vicino Oriente dal 2004 al 2006.[1]
Il gruppo era nato come diramazione irachena di al-Qāʿida, evolutosi dalla Jama'at al-Tawhid wa al-Jihad, ed era comandato da Abū Muṣʿab al-Zarqāwī.[1] È stato il secondo stadio del nucleo operativo che porterà alla nascita dell'autoproclamato califfato del cosiddetto Stato Islamico.[2]
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Storia
Riepilogo
Prospettiva
Il gruppo è nato dalla fusione della Jamāʿat al-Tawḥīd wa al-Jihād di al-Zarqāwī con al-Qāʿida.[1] I primi tentativi di contatto tra al-Zarqāwī e Osama bin Laden avvennero già mesi prima l'ufficiale unione, non di meno Il Pentagono aveva di suo intercettato i movimenti di al-Zarqāwī senza però riuscire nell'accertamento della faccenda.[5] La conferma della loro fusione e la creazione del Tanẓīm qāʿidat al-jihād fī bilād al-rāfidayn furono ufficializzate nell'ottobre 2004, quando al-Zarqāwī giurò fedeltà a bin Laden; da allora la neonata organizzazione divenne nota anche come "al-Qāʿida in Iraq".[1][6]
In questa nuova incarnazione, il Tanẓīm qāʿidat al-jihād fī bilād al-rāfidayn si rese protagonista di una spietata serie di attacchi terroristici in tutto il Vicino Oriente, come gli attentati di Amman del 2005, in Giordania.[1] Durante la guerra in Iraq, Tanẓīm qāʿidat al-jihād fī bilād al-rāfidayn proseguì la sua alleanza con la guerriglia irachena antiamericana, e fu responsabile della maggior parte degli attentati terroristici in Iraq che generarono centinaia e centinaia di morti.[1] Bersagli dell'organizzazione non furono solo le truppe statunitensi, ma in particolare anche musulmani sciiti, che avevano formato il governo iracheno insediato dopo Saddam Hussein. Particolarmente violento fu l'attacco a Mosul, dove un kamikaze del Tanẓīm si fece saltare in aria, all'interno di una moschea sciita, causando 46 morti e circa il doppio di feriti.[7]
Dato l'incremento del potenziale statunitense in Iraq, Abū Muṣʿab al-Zarqāwī ampliò i suoi obiettivi, incitando i suoi seguaci a colpire i cinema e le scuole del paese,[8] ma allo stesso tempo sollecitava la componente sunnita dell'Iraq a non partecipare alle elezioni volute dagli USA e dal governo sciita filo-americano.[9] A causa dello stato di disordine generale e dei suoi frequenti spostamenti, numerose furono le voci che lo riguardavano e che lo volevano da un lato già catturato[10] o in fuga dopo aver eluso sotto identità fittizie i posti di blocchi.[11] Tuttavia al-Zarqāwī poté continuare ad agire con il suo Tanẓīm, ricevendo ordini da Ayman al-Ẓawāhirī, braccio destro di bin Laden, sul modo migliore per riprendere i piani di liberazione dell'Iraq e la creazione di un califfato.[12]
Ma al-Zarqāwī non riuscì nel completare il piano, in quanto restò ucciso a Baʿqūba, nel 2006, a causa di una bomba guidata statunitense da 500 libbre.[13] La morte di al-Zarqāwī fu un duro colpo per l'organizzazione, che tuttavia non si diede per vinta. Il suo posto fu infatti preso da Abū Ayyūb al-Maṣrī che, in linea con i piani indicati da al-Ẓawāhirī, rinominò l'organizzazione Dawlat al-ʿIrāq al-Islāmiyya ("Stato Islamico dell'Iraq"), al comando del quale rimase al comando fino alla sua morte nel 2010.
Gli subentrò Abū Bakr al-Baghdādī come leader dello Stato Islamico in Iraq. La rottura ufficiale con al-Qāʿida avvenne nel febbraio 2014, quando al-Qāʿida annunciò la sua dissociazione dall'ISIS. Successivamente, il 29 giugno 2014, al-Baghdādī proclamò la nascita del califfato.
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Note
Voci correlate
Collegamenti esterni
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