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Aleinu

preghiera ebraica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Aleinu (ebraico: עָלֵינוּ, "è nostro dovere") o Aleinu leshabei'ach ("[è] nostro dovere lodare Dio"), col significato "tocca a noi o è nostro obbligo o dovere lodare Dio" - è una preghiera ebraica che si trova nel siddur, il tradizionale libro di preghiere degli ebrei. Viene recitata alla fine di ognuno dei tre servizi liturgici quotidiani, detti Tefillot. È inoltre recitata dopo la benedizione della Luna Nuova e dopo la circoncisione. È seconda solo al Kaddish (contando tutte le sue forme) come la preghiera recitata più frequentemente nell'attuale liturgia di sinagoga.[1]

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Testo

Riepilogo
Prospettiva

Quella che segue è la prima parte della versione ashkenazita corrente:[2]

Ulteriori informazioni Nr., Traduzione italiana ...

La traduzione letterale della riga nr. 9 è "Ma pieghiamo le ginocchia e ci inchiniamo per rendere grazie". La tradizione sefardita/mizrahi abbrevia questa riga a ואנחנוּ משׁתּחום -- Va'anchnu mishtachavim -- "ma ci inchiniamo".

La citazione alle righe 18-21 sono tratte dal Deuteronomio 4:39[3]: "Sappi dunque oggi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n'è alcun altro".

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Note

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