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Alfabeto ebraico

alfabeto della lingua ebraica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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L'alfabeto ebraico (האלפבית העברי, ha-alefbet ha-ʻivri) è l'abjad con cui vengono scritti l'ebraico; inoltre lo yiddish, il ladino giudeo-spagnolo (da non confondere con la lingua ladina) e altre lingue utilizzate dagli ebrei nel mondo, che però, pur usando i caratteri ebraici, non sono considerabili abjad in quanto utilizzano alcune consonanti ebraiche per rappresentare le vocali.

Ulteriori informazioni Storia dell'alfabeto ...

L'alfabeto ebraico viene scritto da destra verso sinistra. Esso è composto da 22 lettere, di cui due ( ו vav e י jod) semiconsonanti. Cinque consonanti hanno una forma che cambia se finali di parola. Nella pronuncia della maggioranza degli attuali parlanti israeliani, le consonanti א e ע non hanno suono proprio, ma servono per appoggiare la vocale susseguente. La pronuncia di alcune consonanti si modifica a seconda della presenza vocalica.

La pronuncia differisce tra aschenaziti (pronuncia "non-orientale") e sefarditi (pronuncia "orientale"), la versione di questi ultimi è considerata lo standard[1].

I caratteri paleo-ebraici normalmente usati nelle monete ed iscrizioni dell'antico Israele differiscono abbastanza da quelli usati in epoca più tarda; in quanto questi ultimi derivano dal cosiddetto alfabeto ebraico quadrato, variante dell'alfabeto aramaico in uso tra gli Assiri, e che gli Ebrei cominciarono ad usare durante la cattività babilonese seguita alla sconfitta del Regno di Giuda nel VI secolo a.C.. Dopo la vittoria dei Persiani, nel III secolo a.C. gli Ebrei sempre più impiegarono la stilizzata forma quadrata dell'alfabeto aramaico allora in uso nell'Impero persiano achemenide, e che i Persiani avevano adottato dagli Assiri.

Un derivato dell'alfabeto paleo-ebraico più vicino ai caratteri originali fu quello in uso tra le comunità Samaritane, che impiegarono il loro alfabeto samaritano per scrivere eccellente letteratura, prima in ebraico poi in aramaico.

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Consonanti

Ulteriori informazioni Lettera, finale ...
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Vocali

Lo stesso argomento in dettaglio: Ebraico tiberiense § Vocali.

Le vocali sono rappresentate da puntini o linee (niqqud) tracciati sopra o sotto la consonante, e si pronunciano dopo la consonante stessa. Tali segni vocalici in generale non sono usati nella lingua scritta corrente.

Le vocali comparvero nel VI-VIII secolo d.C. per tramandare la tradizione fonetica del testo biblico. In altre parole, l'alfabeto ebraico originale era composto da sole 22 consonanti.[2]

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Uso dell'alfabeto ebraico in altre lingue

Nelle pubblicazioni scientifiche l'alfabeto ebraico è talvolta usato per la trascrizione di testi epigrafici fenici e punici, nonché di testi aramaici[3].

Alla fine dell'Ottocento, in Francia, avvenne l'omologazione delle 22 lettere dell'alfabeto ebraico con i 22 Arcani maggiori dei Tarocchi, ad opera dell'occultista Eliphas Lévi. Da quel momento cominciò a svilupparsi uno straordinario interesse degli esoteristi non ebrei verso la Cabala, da essi ritenuta la più importante tradizione esoterica dell'ebraismo.

L'alfabeto ebraico, curiosamente, è stato lo strumento con il quale fu eseguita la prima forma di traslitterazione degli ideogrammi cinesi. La comunità ebraica cinese di Kai Feng, fondata nel X secolo ed estintasi all'inizio del XX secolo ha lasciato degli scritti non in lingua cinese ma in caratteri ebraici[senza fonte].

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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