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Ametista (sommergibile)
sommergibile della Regia Marina Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'Ametista è stato un sommergibile della Regia Marina.
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Storia
Riepilogo
Prospettiva
Nei primi mesi del 1940 fu impiegato per sperimentare il rilascio di SLC da un sommergibile: sulla coperta furono sistemati dei supporti su cui furono posti tre dei mezzi, poi assicurati con cavi[1]. L'Ametista s'immerse poi nella rada di La Spezia e rilasciò i tre SLC che raggiunsero e minarono il vecchio esploratore Quarto; i tempi e la complessità dell'operazione fecero comunque capire che quella adottata non era la soluzione più agevole per il trasporto di SLC (sui sommergibili Gondar e Sciré, infatti, furono adottati dei contenitori cilindrici)[1].
Nei primi mesi della seconda guerra mondiale operò in Mar Egeo, senza risultati[2].
Nel 1941 ne era comandante il capitano di corvetta Virgilio Spigai[2].
Nel settembre di quell'anno fu inviato nel Canale di Caso insieme ai sommergibili Gemma e Tricheco[3].
Nel dicembre 1942 fu sottoposto ad un controllo in seguito al quale fu valutato al 95 % della sua efficienza: i principali problemi consistevano nella rumorosità di pompe e linee d'assi e nel fatto che gli idrofoni si trovavano in stato giudicato «mediocre» (mentre gli altri apparati, quali segnalatori acustici e scandagli ultrasonori, erano giudicati in buono stato)[4].
Il 9 settembre 1943, in seguito all'armistizio, partì da Fiume al comando del tenente di vascello Luigi Ginocchio, arrivando ad Ancona due giorni dopo, di mattino[2]. Lasciò il capoluogo marchigiano per portarsi a Brindisi alle tre del pomeriggio del 12 settembre, trainando il sommergibile tascabile CB. 11, ma al largo di Numana decise di autoaffondarsi come aveva già fatto il sommergibile Serpente[2]. Si ebbero tre vittime (il sergente Carmine Cantone ed i capi di 2ª classe Enrico Castellato e Luigi Martano)[5].
L'Ametista aveva svolto in tutto 27 missioni di guerra, percorrendo 15.619 miglia in superficie e 3246 in immersione[6].
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