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An-Ki
Termine della cosmogonia sumera formato dai nomi degli dei An (cielo) e Ki (terra) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Nella mitologia sumera, il termine An-Ki è formato dai nomi di "An" che significa "cielo", e "Ki" che significa "terra". Esso indica l'insieme degli opposti, l'universo ancora informe, composto dai nomi dei due dèi An e Ki (potenze divine rispettivamente del Cielo e della Terra).
L'atto della creazione consiste nella separazione del Cielo (An) dalla Terra (Ki)
(sumero)
«an ki-ta ba-da-ba9-ra2-a-ba
ki an-ta ba-da-sur-ra-a-ba»
ki an-ta ba-da-sur-ra-a-ba»
(italiano)
«quando il cielo fu separato dalla terra;
quando la terra fu separata dal cielo;»
«quando il cielo fu separato dalla terra;
quando la terra fu separata dal cielo;»
Separazione che in un testo sumerico datato all'inizio del II millennio a.C. vien attribuita a un atto del dio Enlil:
(sumero)
«1. en-e niĝ2-du7-e pa na-an-ga-mi-in-e3
2. en nam tar-ra-na šu nu-bal-e-de3
3. den-lil2 numun kalam-ma {ki-ta}
4. an ki-ta ba9-re6-de3 saĝ na-an-ga-ma-an-šum2
5. ki an-ta ba9-re6-de3 saĝ na-an-ga-ma-an-šum2
6. uzu-e3-a saĝ mu2-mu2-de3»
2. en nam tar-ra-na šu nu-bal-e-de3
3. den-lil2 numun kalam-ma {ki-ta}
4. an ki-ta ba9-re6-de3 saĝ na-an-ga-ma-an-šum2
5. ki an-ta ba9-re6-de3 saĝ na-an-ga-ma-an-šum2
6. uzu-e3-a saĝ mu2-mu2-de3»
(italiano)
«In verità è il Signore (Enlil) che ha fatto apparire tutto ciò che vi è di perfetto!
Il Signore che fissa per sempre tutti i destini,
Prima di fare crescere dal suolo le primizie del paese, Ebbe cura di separare il Cielo dalla Terra
E di separare la Terra dal Cielo!
Per far nascere nella "Fabbrica-carne" il Capostipite (della progenie degli uomini)»
«In verità è il Signore (Enlil) che ha fatto apparire tutto ciò che vi è di perfetto!
Il Signore che fissa per sempre tutti i destini,
Prima di fare crescere dal suolo le primizie del paese, Ebbe cura di separare il Cielo dalla Terra
E di separare la Terra dal Cielo!
Per far nascere nella "Fabbrica-carne" il Capostipite (della progenie degli uomini)»
(sumero)
«ud re-a ud su3-ra2 re-a
ĝi6 re-a ĝi6 ba9-ra2 re-a
mu re-a mu su3-ra2 re-a
ud ul niĝ2-du7-e pa e3-a-ba
ud ul niĝ2-du7-e mi2 zid dug4-ga-a-ba
eš3 kalam-ma-ka ninda šu2-a-ba
imšu-rin-na kalam-ma-ka niĝ2-tab ak-a-ba
an ki-ta ba-da-ba9-ra2-a-ba
ki an-ta ba-da-sur-ra-a-ba
mu nam-lu2-u18-lu ba-an-ĝar-ra-a-ba
ud an-ne2 an ba-an-de6-a-ba
den-lil2-le ki ba-an-de6-a-ba
dereš-ki-gal-la-ra kur-ra saĝ rig7-bi-še3 im-ma-ab-rig7-a-ba
ba-u5-a-ba ba-u5-a-ba
a-a kur-še3 ba-u5-a-ba
den-ki kur-še3 ba-u5-a-ba
lugal-ra tur-tur ba-an-da-ri
den-ki-ra gal-gal ba-an-da-ri
tur-tur-bi na4 šu-kam
(italiano)
«In quei giorni, in quei giorni lontani,
«In quei giorni, in quei giorni lontani,
in quelle notti, in quelle notti lontane,
in quegli anni, in quegli anni lontani,
nei tempi antichi, quando ogni cosa venne alla luce;
nei tempi antichi, quando ogni cosa "utile" fu procurata;
quando nel tempio del Paese, pane fu gustato;
quando il forno del Paese venne acceso;
quando il cielo fu separato dalla terra;
quando la terra fu separata dal cielo;
quando l'umanità fu creata.
quando An prese per sé il cielo
quando Enlil prese per sé la Terra
e a Ereškigal, in dono, furono dati gli Inferi;
quando egli salpò, quando egli salpò con la nave;
quando il padre salpò per il Kur,
quando Enki salpò per il Kur
allora contro il re le piccole pietre si abbattono
contro Enki le grandi pietre si abbattono,
- le piccole pietre sono le pietre della mano,
le grandi pietre sono le pietre che fanno danzare le canne-»
Questi testi sumerici risalgono a partire dal XX secolo a.C. (Ur III), anticipando quindi di circa quindici secoli il testo ebraico del Bereshit (בראשית, "Principio", in italiano anche "Genesi") contenuto nella Bibbia, il quale reciterebbe:
(ebraico)
«בראשית ברא אלהים את השמים ואת הארץ»
(italiano)
«In principio Dio separò il cielo e la terra»
«In principio Dio separò il cielo e la terra»
Secondo gli studiosi infatti,[1], il termine ebraico ברא (bara) andrebbe reso, in questo contesto, come "separare" piuttosto che "creare".
Il primo a concepire la "creazione" dal "nulla" (creatio ex nihilo) sarebbe stato infatti l'apologeta cristiano del II secolo Taziano[2] (probabilmente con una lettura radicale del testo conosciuto in greco dei Maccabei II, 7,28) e tale intervento lo si riscontra nel suo Discorso ai Greci (V,3).
Più chiaro Teofilo nel II libro Ad Autolico. Gli altri autori cristiani del periodo, compreso Giustino (Apologia I, 10) e Atenagora (Supplica, 19, 1, 4), consideravano ancora la materia informe coesistente a Dio. Successivamente, a partire da Maimonide, anche l'ebraismo iniziò a rendere il lemma ברא come "creare" anziché "separare", seguito in questo anche dall'islām che ne fece un punto dell'ʿilm al-kalām.
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