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Andrea Pisani (ammiraglio)
ammiraglio veneziano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Andrea Pisani (Venezia, 1662 – Corfù, 21 settembre 1718) è stato un ammiraglio italiano, che durante la seconda guerra di Morea fu nominato Capitano Generale da Mar e insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine della Stola d'Oro nel 1717.
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Biografia
Riepilogo
Prospettiva

Nacque a Venezia nel 1662 dall'omonima nobile famiglia appartenente al patriziato veneziano, figlio di Gianfrancesco e Paolina Contarini.[N 1]
In gioventù venne bandito[2] dalla città su ordine del Consiglio dei Dieci in data 25 agosto 1682 per aver commesso, insieme ad altri giovani nobili, atti dispregiativi contro le monache di Santa Caterina a Brescia.[1] Per lavare questa macchia si arruolò volontario nell'Esercito imperiale d'Ungheria combattendo nel 1686 durante l'assedio di Buda.[1] L'anno successivo rientrò in Patria arruolandosi nell'Armada da Mar sotto il comando del Governator di Nave Pietro Zaguri.[1]
Nel 1693 ricoprì l'incarico di Commissario pagatore[1] sotto il Doge e Capitano Generale da Mar Francesco Morosini.[1] Nel 1695 prese parte alla battaglia degli scogli degli Spalmadori[3] sotto il comando del Capitano Generale da Mar Antonio Zeno, combattuta contro l'armata turca che cercava di riconquistare l'isola di Chio, e nel 1696 a quella di Andro sotto gli ordini del Capitano Generale da Mar Alessandro Molin.[3] Rientrato a Venezia fu nominato Senatore, ricoprendo numerosi incarichi da Magistrato fino a quando nel 1715, dopo lo scoppio della seconda guerra di Morea, divenne Provveditore generale delle Isole e poi Capitano Generale da Mar.[3] Nel 1716 respinse brillantemente gli attacchi portati dai turchi alla piazzaforte di Corfù, riconquistò Butrinto e poi Santa Maura.[3] Si distinse brillantemente nel 1717, durante la battaglia del porto di Passavà, insieme al fratello Carlo[N 2][4] e una volta ritornato a Santa Maura collaborò con il Feldmaresciallo Johann Matthias von der Schulenburg[5] a realizzare le opere di fortificazione. Occupò poi Prevesa e conquistò Vonizza venendo, per queste brillanti azioni, creato dal senato Cavaliere dell'Ordine della Stola d'Oro.[3]
Nel 1718, mentre stava assediando Dulcigno, giunse notizia della firma della pace di Passarowitz ed egli rientrò quindi a Corfù con le navi della flotta.[3] Il 21 settembre dello stesso anno rimase ucciso dall'esplosione di una polveriera colpita accidentalmente da un fulmine.[3] La salma fu poi trasportata a Venezia dove furono celebrati i solenni funerali, e quindi tumulata nell'isola della Certosa.[3]
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Note
Bibliografia
Voci correlate
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