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Apam Napat
divinità indoaria Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Apam Napat (sanscrito: Apā́ṁ Nápāt; avestico: Apąm Napāt; lett. "nipote delle acque") è un'antica divinità indoaria, presente nel vedismo e nello zoroastrismo più antico.
È in genere il dio delle acque dolci, come fiumi e laghi, ma a volte (Rigveda, II, 35, 3) è descritto come un dio del fuoco che nasce dalle acque, e in altri casi poteva riferirsi anche al riflesso dei raggi solari sull'increspatura dell'acqua. La connessione tra fuoco e acqua presente nella sua mitologia è stata interpretata come un riferimento ai gas naturali o al petrolio sprigionati attraverso la superficie dell'acqua, come per esempio nel tempio del fuoco a Surakhany presso Baku in Azerbaigian.[1]
Nei Veda è spesso evidente che Apam Napat viene utilizzato come epiteto, pittosto che come nome proprio. Esso è più comunemente riferito ad Agni, dio del fuoco, e occasionalmente a Savitṛ, dio del sole. Una corrispondenza è stata anche postulata da Mary Boyce tra le tradizioni vedica e avestica di Apam Napat e Varuṇa, che è anche chiamato "Figlio delle Acque", ed è considerato un dio del mare.[2][3] Nella tradizione iranica, è anche chiamato Burz ("l'alto", persiano: برز) ed è uno yazata.[2]
Apam Napat è forse etimologicamente imparentato con Nettuno (dio romano delle acque), Nodens (dio britannico delle acque termali) e Nechtan (dio irlandese delle acque). Può essere collegato anche col mitico Näcken, un essere che dimora presso pozzi e sorgenti.[senza fonte]
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