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Apostrofe al cuore
frammento di Archiloco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Testo

(greco antico)
«θυμέ, θύμ᾽ ἀμηχάνοισι κήδεσιν κυκώμενε,
ἄνα δέ, δυσμενέων δ᾽ ἀλέξευ προσβαλὼν ἐναντίον
στέρνον, ἐν δοκοῖσιν ἐχθρῶν πλησίον κατασταθείς
ἀσφαλέως· καὶ μήτε νικῶν ἀμφαδὴν ἀγάλλεο
μηδὲ νικηθεὶς ἐν οἴκωι καταπεσὼν ὀδύρεο.
ἀλλὰ χαρτοῖσίν τε χαῖρε καὶ κακοῖσιν ἀσχάλα
(italiano)
«Cuore, o cuore, sballottato da insolubili dolori,
«Cuore, o cuore, sballottato da insolubili dolori,
rialzati, resisti contro chi ti tratta male, opponi
il petto, piazzato accanto alle tane dei nemici
con tenaciaː e, se vinci, non ti rallegrare assai,
o, se perdi, non crollare, messoti a lutto in casa,
ma rallegrati per i beni e per i mali soffri
non troppoː ammetti come questo ritmo è della vita.»
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Analisi
Il frammento, in tetrametri trocaici catalettici, riprende materiale omerico, dalla celebre apostrofe (Τέτλαθι δή, κραδίη· καὶ κύντερον ἄλλο ποτ' ἔτλης) con cui Odisseo si controlla davanti alle offese dei Proci, in attesa della vendetta[3]. Tuttavia, come nei lirici successivi, lo spunto omerico è piegato alla situazione personale e al riconoscimento di una legge che regola la vita umana[4]: a ognuno toccano gioie e dolori e bisogna saper affrontare entrambe le situazioni. Inoltre, notevole l'uso di metafore belliche in un poeta soldato.
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Note
Bibliografia
Voci correlate
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