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Assedio di Tarso
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L'assedio di Tarso fu combattuto tra Bizantini e Armeni nella primavera del 1137 in Cilicia, a Tarso; lo scontro si concluse con la vittoria dei bizantini.
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Antefatto
Dopo che l'imperatore bizantino Giovanni II Comneno ebbe evitato il pericolo di una guerra con il Regno di Sicilia, la sua attenzione si concentrò sugli stati crociati della Siria-Palestina, che secondo il trattato di Devol erano suoi di diritto.
Le operazioni cominciarono nei primi mesi del 1137: Giovanni si diresse verso il regno armeno alla testa di un grande esercito, pronto a muovere battaglia.[1] Le truppe di Giovanni non erano formate solo da soldati professionisti bizantini, ma anche da diversi reparti alleati, tra i quali uno di peceneghi, uno di turchi ed uno di armeni, tutti ostili alla famiglia reale armena dei Ruben.[2]
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L'assedio
Iniziò così l'avanzata veloce dell'esercito bizantino; nella Cilicia in breve tempo i bizantini si impadronirono delle più grandi città, tra cui Adana. Dopo poco iniziarono ad assediare anche la città di Tarso.[1]
Durante l'assedio di Tarso, Giovanni affidò al figlio Alessio Comneno il comando dell'esercito, e qui l'erede designato al trono dimostrò le sue qualità di stratega.[3] Inizialmente lo scontro ebbe un esito sfavorevole per i bizantini, poi Alessio riuscì a ribaltare la situazione ordinando un forte bombardamento di trabucchi sulla città.[4] Per la vittoria dei bizantini fu determinante una rivolta antiarmena che scoppiò all'interno di Tarso, dopo che l'imperatore aveva promesso alla città dei doni e l'amnistia generale.[5] Grazie a ciò, le truppe comandate da Alessio espugnarono la città.[1]
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Conseguenze
Dopo la conquista di Tarso, nel giro di un anno tutta la Cilicia fu conquistata dai bizantini, il che pose momentaneamente fine al regno armeno di Cilicia.[1] Leone, re della Piccola Armenia, si ritirò sui monti del Tauro insieme ai suoi due figli, cessando così di essere una minaccia per i bizantini. L'imperatore poi sottomise il principato d'Antiochia[6] e strappò alcune città ai musulmani in Siria.[7]
Note
Bibliografia
Voci correlate
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