Timeline
Chat
Prospettiva
Attilio Di Napoli
avvocato e politico italiano (1883-1953) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Remove ads
Attilio Di Napoli (Melfi, 4 giugno 1883 – Melfi, 2 dicembre 1953) è stato un avvocato e politico italiano, illustre esempio di antifascismo italiano, attivo nell'area del Vulture-Melfese.
È stato per anni il più influente dirigente del movimento socialista lucano, partecipando anche al 2º Governo Badoglio in qualità di ministro dell'agricoltura, dell'industria e del commercio ( Ministri dell'agricoltura, dell'industria e del commercio del Regno d'Italia ) e rimase in carica sino alla Liberazione di Roma.
Nel corso del 1911 e del 1912 i socialisti si batterono in Basilicata contro la guerra, con comizi e cortei. Fra i più attivi dirigenti figuravano: Di Mase di Irsina, Reale e Pignatari nel potentino e Attilio Di Napoli nel melfese. I temi principali furono contro la guerra e per il disarmo, contro il caroviveri e per il suffragio universale.
Remove ads
Biografia
Riepilogo
Prospettiva

Attilio Di Napoli nacque a Melfi il 4 giugno 1883 da famiglia della media borghesia. Sposò Maria Barbati, di estrazione contadina, con cui trascorse tutta la sua vita e con cui ebbe cinque figli. Si laureò in giurisprudenza e fin dai primi anni del XX secolo aderì al PSI. Nella sua città natale divenne ben presto il massimo esponente del movimento socialista. Segretario della Lega contadina e del circolo socialista. Fondò e diresse il settimanale Il Lavoratore. Inviò spesso notizie politiche da Melfi all'Avanti! e tenne una fitta corrispondenza epistolare con Enrico Ferri ed Ettore Ciccotti. Fu un conferenziere attivissimo e nella sua oratoria non mancarono mai le questioni collegate alla polemica anticlericale. Egli fu un valido organizzatore e propagandista, specie nelle campagne interne a Melfi per aiutare i contadini, che subivano continue ingiustizie.
Nel 1913, prima delle elezioni politiche, in Basilicata si sviluppò un consistente movimento contadino. Anima di questo movimento fu Francesco Ciccotti di Palazzo San Gervasio. Nello stesso anno i socialisti di Melfi presero in mano l'istituzione comunale ed Attilio Di Napoli, che li aveva guidati a questa vittoria, venne eletto sindaco. Poi, in pochi anni, verranno costituite e rafforzate le Leghe contadine e i Circoli socialisti nei vari paesi del melfese: a Barile, Rapolla, Venosa, Montemilone, Minervino Murge. Con l'allargamento del suffragio universale, venne offerta a Francesco Ciccotti la candidatura nel Collegio di Melfi.
«"Nel materano e nel melfese, l’aumento della vita, la stagnazione dei salari agricoli, le difficoltà dei disoccupati per la diminuzione degli investimenti in lavori pubblici dopo l’impresa libica, fenomeni tutti aggravati da un'annata di cattivi raccolti, aumentano il potere di suggestione e di guida delle forti Leghe di resistenza di contadini e al centro delle lotte, guidate da Di Napoli, e Ciccotti nel melfese e da Latronico e Leone nel materano, migliaia di contadini rivendicano aumenti salariali, diminuzione di orario di lavoro, rapporto di fittanza collettiva senza la mediazione dei subconcedenti"»
A causa dell'attiva propaganda avviata durante il periodo della neutralità italiana (1914) e continuata anche durante i primi anni del conflitto, "Il Lavoratore", diretto da Di Napoli, venne sospeso nel 1917. Nel 1914 Di Napoli venne eletto consigliere provinciale di Potenza. Nel 1919 Di Napoli fu alla testa delle agitazioni nel melfese, contro i cari viveri. Nelle elezioni politiche del 1921 venne eletto deputato. Nel 1920, Di Napoli sostenne la linea espressa da Francesco Ciccotti:
«"la politica socialista deve consistere in un’opera di costruttive realizzazioni e di serena educazione sociale, aliena da ogni spirito di violenza materiale e morale"»
Al Congresso socialista, Di Napoli si fa portatore di questa linea. Non fu mai un sostenitore di Benito Mussolini, ma anzi uno strenuo oppositore, già dai primi anni in cui Benito Mussolini si affacciò sulla scena politica italiana come socialista.
Con l'avvento del fascismo al potere, Di Napoli, più volte fu vittima di episodi di violenza squadrista. Nel 1924 gli fu impedito di tornare da Roma a Melfi. Il 20 maggio 1927 la Commissione provinciale di Potenza lo assegnò al confino, ordinandone l'arresto. A seguito di ricorso, il provvedimento venne revocato e commutato in diffida. Nel dopoguerra riprese l'attività politica tra le file socialiste. Nel 1944, fu Ministro dell’Industria e il Commercio nel II governo Badoglio. Nel successivo governo Bonomi venne nominato componente dell'Alta Corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo. Nel 1945 entrò nella Consulta Nazionale e fece parte della I Commissione Affari Esteri. L'anno successivo fu candidato alla Assemblea Costituente ma non venne eletto. Morì a Melfi il 2 dicembre 1953.
Remove ads
Onorificenze
Bibliografia
- Michele Strazza, Attilio Di Napoli, Melfi, LIbria Ed., 2015.
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Attilio Di Napoli
Collegamenti esterni
- Attilio Di Napoli, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Biografia di Attilio Di Napoli, su ilsocialista.com.
Wikiwand - on
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Remove ads

