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Attilio Valentini
giornalista italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Attilio Valentini (Porto Recanati, 5 luglio 1859 – Buenos Aires, 5 ottobre 1892) è stato un giornalista e editorialista italiano.
Biografia
Nacque a Porto Recanati, fece gli studi primari fra Recanati e Macerata e si laureò in Legge a Macerata nel 1883. Successivamente fu editorialista dell'Italia di Milano, per il quale fu reporter durante l'epidemia di colera che scoppiò a La Spezia; quindi collaborò al Messaggero di Roma.[1]
Acceso progressista, sostenne sempre le rivendicazioni operaie e l'emancipazione femminile, fin dalle pagine de La Provincia di Mantova, di cui fu direttore dal 1887.
Ingegno di stampo anticlericale e seguace, nonché corrispondente, di Filippo Turati, nel 1888 diede vita a Cremona al Democratico e nel 1889 diresse l'Epoca di Genova[2].
Guardando con passione alle ingiustizie sociali e alle lotte del popolo, pure riusciva a conciliare queste idee di "sinistra" con considerazioni sociali moderate, riconoscendo infatti nella figura degli imprenditori un ruolo trainante per la società[3].
Dopo soli quattro mesi passati alla direzione del giornale genovese, amareggiato dal governo Crispi e dalla sua politica ambivalente, emigrò in Argentina, dove diresse La Patria degli italiani, chiamato a sostituire il fondatore Basilio Cittadini. Morì nella capitale argentina, a soli 33 anni, a causa delle ferite riportate durante un duello per difendere l'onore di un tenente italiano[2].
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Note
Bibliografia
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