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Automi dell'orologio di palazzo d'Accursio

gruppo scultoreo di automi meccanici a Bologna Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Automi dell'orologio di palazzo d'Accursio
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Gli automi della torre di Palazzo d'Accursio in Piazza Maggiore a Bologna sono un angelo che suona la tromba e i tre Re Magi, che scorrevano sotto al quadrante dell'orologio lungo un corridoio sporgente in pietra a forma di emiciclo. Le quattro statuine mobili erano scolpite in legno, dipinte a colori ed oro e alte poco più di un metro. Il carosello è rimasto in funzione fra il 1451 e il 1796.

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Storia e descrizione

Riepilogo
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Il 17 dicembre del 1444 il Comune di Bologna decise di affidare agli orefici la costruzione di un orologio da apporre sulla torre degli Accursio nell'omonimo palazzo. Per l'occasione la torre venne elevata di circa 10 metri. Attorno al quadrante dell'orologio pubblico, che il 2 agosto 1451 iniziò a funzionare, vennero dipinti i quattro evangelisti e due angeli. Al di sopra dell'orologio ai lati del corridoio vennero posti dalla parte sinistra per chi guarda, un angelo e dalla parte destra una statua della Madonna col Bambino, in terracotta. Il carosello che correva ad ogni ora da sinistra verso destra lungo il corridoio era composto da un angelo che usciva dalla porticina suonando la tromba seguito dai Re Magi. Avvicinandosi alla Vergine con Bambino l’angelo suonava la tromba, una campanella batteva un tocco, le figure si inchinavano, mentre una stella di legno argentato si abbassava e si alzava; il tutto accompagnato dal suono di un organo automatico i cui mantici erano collegati ad un congegno meccanico che ne regolava le note. Quando gli automi scomparivano, l’orologio batteva l’ora.

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Replica del carosello degli automi dell'Orologio pubblico di Piazza Maggiore a Bologna, fotografia di Paolo Monti, 1970, in occasione della mostra Bologna Centro Storico[1].

La testimonianza diretta la ritroviamo in una relazione del 1771 degli orologiai Gandolfi e Fabbri:

«... vi è una ruota grande di legno, ove sono piantate sopra quattro figure di legno tre delle quali sono li re maggi, con un angelo avanti, e queste sono colorite di vari colori, con bandiera all'Angelo di taffetà rosso e bianco. La metà della qual rota che sta esposta all'acqua, è coperta di piombo, e sotto a detta rota vi è una rota di ferro grande dentata con suo rocchetto ...[2]

Lo spettacolo proseguì fino al 1796 quando i francesi lo eliminarono: tutto il meccanismo dell'orologio venne sostituito e vennero tolte le statue lignee.[3]

Ciò che resta degli automi fu ritrovato da Alfonso Rubbiani in un solaio dell’Archiginnasio di Bologna:

«Io li trovai, parecchi anni or sono, nel buio dei solai dell’Archiginnasio; irriconoscibili, quasi fra il pattume, da gran tempo conviventi con topi e i pipistrelli. E Baldassarre, il re moro, mancava dei tre. Mancava ancora la Madonna col Bambino, chi sa come elegante e pia donna del quattrocento, che per oltre tre secoli ad ogni scoccare di ore aveva visto gli inchini dei Re e i saluti del popolo. Dove sarà essa?[4]

Rubbiani ritrovò dunque un Angelo, due Magi e un terzo personaggio a cavallo che forse non apparteneva al medesimo gruppo ma di cui ancora oggi non si conosce l'origine[5]

Ora gli automi sono conservati presso le Collezioni comunali d'arte nella sala dedicata all'Ottocento a Bologna, al secondo piano di Palazzo d'Accursio.

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Note

Bibliografia

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