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Autotutela
facoltà di tutela di un proprio interesse da parte del soggetto interessato, permessa dal diritto amministrativo italiano alla pubblica amministrazione in generale ma esclusa per il privato, salvo circostanze tassativamente determinate Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'autotutela, nell'ordinamento giuridico italiano, designa:
- nel diritto civile, la possibilità riconosciuta al titolare di un diritto soggettivo di ottenere un determinato effetto giuridico senza il ricorso ad un organo giurisdizionale[1];
- nel diritto amministrativo, la facoltà riconosciuta ad un'amministrazione pubblica di annullare, revocare o riformare un atto amministrativo per ragioni afferenti alla legittimità dell'atto medesimo[2].
Nel diritto internazionale, inoltre, l'autotutela designa la prerogativa riconosciuta ad uno Stato di reagire dinanzi ad un illecito internazionale commesso da un altro Stato, mediante sanzioni o contromisure dirette allo Stato offensore e finalizzate ad ottenere la cessazione e la riparazione dell'illecito[3].
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Diritto civile
Nel diritto civile, l'autotutela costituisce una eccezione al principio enunciato dall'articolo 2907 del codice civile secondo cui la tutela dei diritti è affidata all'attività giurisdizionale.
Tale eccezione interviene in determinati casi:
- Diritto di ritenzione;
- Eccezione di inadempimento;
- Diffida ad adempiere;
- Difesa del possesso fino al perdurare della violenza dell'aggressore;
Fuori da tali casi, l'autotutela non è consentita.
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Diritto penale
Se attuata con violenza, l'autotutela - quando non sia coperta dalla causa di giustificazione della legittima difesa - integra il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza contro le cose o contro le persone (articoli 392-393 del codice penale). Il reato è escluso quando si versa nei casi di cui all’articolo 4 del decreto luogotenenziale n. 288 del 1944: per esempio, la Cassazione ha mandato esenti da responsabilità penale gli inquisiti per resistenza a pubblico ufficiale, reato che per il citato decreto luogotenenziale non è applicabile “quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio ovvero il pubblico impiegato abbia dato causa al fatto (…) eccedendo con atti arbitrari i limiti delle sue attribuzioni”[4].
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Diritto amministrativo
Bibliografia
Collegamenti esterni
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