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Barses
vescovo e santo siriano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Barses, o anche Barsen[1][3], Barsas[3], Barso[3] e Barsete[4] (... – 378 o 379), è stato un arcivescovo siro, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.
Biografia
Inizialmente eremita in Mesopotamia settentrionale, Barses fu prima vescovo di Carre e divenne poi arcivescovo di Edessa nell'anno 361[1][2][3]. Poiché aveva preso posizione contro l'arianesimo, venne espulso dalla città dall'imperatore Valente, che lo esiliò ad Arados[1][2][5], rimpiazzandolo a Edessa con un vescovo di sua nomina di nome Lupo[2]. Accolto con gioia dalla popolazione dell'isola[2], da lì continuò a contrastare la dottrina ariana, tanto che Arados divenne ben presto meta di numerosi fedeli ed ecclesiastici[1]. San Basilio scrisse due lettere a Barses mentre questi si trovava ad Arados, nel 376[1] o nel 377[6]; la prima non giunse a destinazione[6].
Valente lo costrinse successivamente ad andarsene ancor più lontano, esiliandolo dapprima ad Ossirinco[1][2] e poi a Philo o Thenon, una località dell'Egitto vicina alla Libia[1][2]: ivi morì nel marzo del 378[1] (o del 379 secondo altre fonti[3]).
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Culto
La sua memoria è fissata al 12 gennaio nel Martirologio siriaco[1]; il Martirologio Romano lo ricorda invece il 15 ottobre[1], anche se altre fonti lo riportano al 30 gennaio[3][5]. La Chiesa ortodossa lo commemora invece nel giorno 25 agosto[2].
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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