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Bashshar ibn Burd
poeta persiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Bashshār ibn Burd b. Yarjūkh al-ʿUqaylī (in arabo بشار بن بردبن يرجوخ العُقيلي?; Bassora, 714 – Baghdad, 783) è stato un poeta persiano di origine, ma completamente arabizzato e islamizzato[1].

Bashshār ibn Burd[2], soprannominato al-Murʿath (in arabo المرعث?), che significa l'Intrecciato, fu un poeta persiano[3] cieco dalla nascita, attivo tra l'ultimo periodo del califfato omayyade e il primo periodo abbaside.
Suo nonno era stato preso prigioniero in Iraq, ma già suo padre era stato affrancato (Mawlā) dalla tribù che lo aveva imn proprietà, i Banū Uqayl. Alcuni studiosi arabi considerano Bashshār il primo poeta arabo moderno,[4] e uno dei pionieri del genere poetico chiamato badi' delle Maqāmāt. Si crede che il poeta abbia esercitato una grande influenza sulle successive generazioni di poeti..
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Biografia
Bashshār era cieco di nascita ed egli stesso affermò di essere stato brutto di aspetto, in parte per le cicatrici lasciategli dal vaiolo.[5] Crebbe nel ricco ambiente culturale di Baṣra e mostrò il suo talento poetico fin dalla giovane età. Bashshār ricevette critiche da personaggi religiosi quali Malik ibn Dinar e al-Hasan al-Basri a causa della licenziosità della sua poesia. Ebbe scambi di Hija con vari poeti. Essendo anti-mutazilita, criticò Wasil ibn Ata, che in base ad alcune tradizioni è considerato il fondatore della Scuola mutazilita di pensiero islamico.
Dopo che gli Abbasidi completarono l'edificazione di Baghdad, Bashshār vi si trasferì nel 762. Bashshār divenne intimo del califfo al-Mahdi. A causa del suo libertinaggio, al-Mahdi gli ordinò tuttavia di non scrivere più poesia d'amore. Bashshār però violò rapidamente questo divieto.[4]
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Morte
Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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