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Basilica minore di Santa Maria Assunta (Botticino)

edificio religioso italiano in Botticino Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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La basilica minore di Santa Maria Assunta è la parrocchiale di Botticino Sera, frazione del comune sparso di Botticino, in provincia e diocesi di Brescia; fa parte della zona pastorale di Rezzato.

Fatti in breve Stato, Regione ...

Si trova nel centro del paese, poco distante dall'antica chiesa parrocchiale.

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Storia

La chiesa è un edificio a pianta longitudinale, con navata unica, che venne costruito a partire dal 1699 su iniziativa del parroco don Pietro Morari. Il progetto è attribuibile con molta probabilità a un componente della famiglia Spazzi (forse Bartolomeo). La nuova chiesa venne adornata da nuovi altari marmorei e pale d'altare nei secoli XVII, XVIII, XIX e XX, mentre la definitiva decorazione del presbiterio e della volta si concluse solo nei primi decenni del Novecento. Nel maggio del 2009 alla chiesa parrocchiale è stato conferito il titolo di basilica minore e di santuario diocesano dedicato a Sant'Arcangelo Tadini.

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Descrizione

Riepilogo
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Esterno

La facciata è divisa in due dal grande cornicione centrale. Il portale è dominato da una soasa marmorea che racchiude la statua dell'Assunta, opera di pregevole fattura, attribuibile ad Antonio Ferretti scultore del XVIII secolo che operò nel bresciano.[1] Il campanile venne eretto nel Quattrocento e poi sopraelevato all'altezza attuale nel 1822, quando si decise di riutilizzarlo per la nuova parrocchiale.

Interno

L'interno della chiesa è adornato da sculture, quadri, stucchi, affreschi e arredi vari di diverse epoche. I quadri della Via Crucis, di autore ignoto, risalgono al periodo tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento. I sette altari marmorei, con la balaustra dell'abside, costituiscono forse il più bell'insieme di opere d'arte che il Settecento bresciano abbia saputo offrirci: gli intarsi e le sculture che li adornano, di rara bellezza e fattura, sono attribuibili anch'essi ambito artistico di Antonio Calegari e Pietro Possenti. La piccola cappella che si trova dopo l'altare di San Giuseppe Calasanzio contiene il fonte battesimale e il tabernacolo marmoreo del XVI secolo proveniente dalla vecchia parrocchiale. La decorazione della chiesa intrapresa ai primi del Novecento ad opera di Gaetano Cresseri (1870-1933) venne interrotta a causa dell'improvvisa morte del pittore nel 1933, che a quel tempo aveva ultimato solo la Trasfigurazione e due degli evangelisti collocati negli angoli della navata San Giovanni e San Matteo. A lui subentrò Giovanni Bevilacqua (1871-1968) che dipinse la grande Ascensione sulla volta della navata, l'Assunzione della Vergine nell'abside e gli evangelisti San Luca e San Marco. L'organo attuale è opera di Cesare Bernasconi di Varese, anno 1896, e consta di due manuali, 30 registri e circa 1500 canne. La sagrestia maggiore, a est dell'abside, è adornata da un bellissimo armadio a muro del tardo settecento. Sulla volta della sagrestia minore, a ovest dell'abside, si trova un affresco settecentesco raffigurante San Pietro in gloria.

Altari

Il primo altare, sulla parete est, è dedicato a Sant'Antonio e conserva la pala settecentesca forse di Angelo Paglia o di Cifrondi con Madonna con Sant'Antonio abate, Sant'Antonio di Padova, San Bernardino e San Francesco di Paola.

Il secondo altare è invece dedicato a San Nicola da Tolentino (devozione nata dopo la peste del 1630) e probabile opera scultorea di Antonio Calegari; conserva la pala seicentesca con San Nicola tra i santi Giovanni Battista, Francesco d'Assisi e le anime del purgatorio, probabile opera di Bernardino Gandino.

Sul terzo altare dedicato al SS. Sacramento, e ora detto della Deposizione, è collocata la pala con Le tre Virtù teologali del pittore Giuseppe Tortelli (1662-1738) di Chiari, databile attorno al 1720.

Sul lato opposto, troviamo:

  • l'altare della Madonna del Rosario, che intorno alla nicchia conserva le formelle dei Misteri del Rosario di autore anonimo settecentesco, mentre l'apparato marmoreo con le statue di san Domenico e santa Rosa è quasi sicuramente opera del Calegari o della sua scuola.
  • l'altare di San Carlo Borromeo, con la pala di Grazio Cossali da Orzinuovi datata 1618, proveniente sicuramente dall'altare di San Carlo della vecchia parrocchiale.
  • l'ultimo altare di San Giuseppe Calasanzio, con tela ottocentesca forse opera di Gabriele Rottini. Il tabernacolo marmoreo settecentesco è fiancheggiato da due ordini di balaustre e dalle statue dei santi Faustino e Giovita.

Sul presbiterio troviamo l'altare maggiore opera di scultori del primo settecento: il pregio artistico dell'altare è esaltato dall'utilizzo per gli intarsi della tecnica del commesso marmoreo, all'epoca molto ricercata e costosa.[2]

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Note

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