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Basiliximab

farmaco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Il basiliximab (nome commerciale Simulect) è un anticorpo monoclonale di tipo chimerico (topo-Uomo) che si lega alla catena α chain (CD25) del recettore dell'IL-2[1] delle cellule T.[2]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Fatti in breve Caratteristiche generali, Formula bruta o molecolare ...
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Indicazioni

Viene usato per la prevenzione del rigetto d'organo nel trapianto, specialmente nel trapianto del rene e per la profilassi della malattia del trapianto contro l'ospite (GvHD) nel trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche. Viene commercializzato dalla Novartis Pharmaceuticals;[3] è stato approvato per l'uso dalla FDA nel 1998.[4]

Similmente al daclizumab, ritirato dal mercato europeo, basiliximab riduce la severità e l'incidenza nel trapianto di rene del rigetto senza incrementare le infezioni opportunistiche.

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Meccanismo d'azione

Il Basiliximab agisce sull'antigene CD25, isotipo dell'IgG1, presente sulla superficie dei linfociti T cellule coinvolte nel meccanismo del rigetto dei trapianti d'organo). Il CD25 è un recettore che stimola la sintesi dell'interleuchina-2 e stimola anche i linfociti T a suddividersi. Legandosi al CD25, il basiliximab blocca l'attività dell'interleuchina-2, e si comporta per questo come un antagonista della stessa; esso riduce così la velocità e capacità di duplicazione dei linfociti. Infatti, l'IL-2 si lega alla subunità p55 del recettore CD25 che è l'effettore dei meccanismi di trasduzione della sintesi della stessa IL-2. Ciò determina clinicamente una riduzione del rischio di rigetto.

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Note

Bibliografia

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