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Bello

categoria filosofica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Bello
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Il bello è una categoria dell'estetica, che fin dall'antichità ha rappresentato uno dei tre generi supremi di valori, assieme al vero e al bene, codificati da Platone e rimasti sostanzialmente validi sino al Settecento, quando si abbandonarono i canoni fino ad allora in uso, ammettendo anche il «brutto» come categoria dell'estetica di cui tener conto, da relazionare dialetticamente al «bello».

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Il Parnaso di Raffaello ai Musei Vaticani, che raffigura l'ideale platonico del Bello.
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Bello (disambigua).

Ciò che è bello si caratterizza per possedere la bellezza.

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Etimologia

Il termine deriva da quello latino bĕllus, avente il significato di «carino, grazioso», a sua volta derivante da *due- nŭlus, diminutivo di duenos, forma antica di bonus.[1]

Nozioni del bello nella storia

Riepilogo
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Per i Greci e per i Romani questo termine aveva un'estensione più ampia di quella attuale, poiché comprendeva non solo gli oggetti sensibili ma anche il principio spirituale, invisibile, che li rendeva tali, a cui ci si poteva elevare con l'ausilio del pensiero guidato dall'impulso di eros. Se gli antichi potevano fare a meno della nozione odierna di bello in senso stretto, era perché avevano termini specifici per il bello visibile, chiamato simmetria, come per il bello udibile, chiamato armonia.[2]

Nell'antichità si formulò la tesi secondo la quale il bello consiste nella proporzione e nella appropriata disposizione delle parti. Tale teoria può essere fatta risalire già ai Pitagorici. Successivamente ci furono integrazioni, teorie supplementari, riserve che sfociarono nel XVIII secolo in una vera e propria crisi della teoria che aveva dominato per oltre due millenni, a causa sia dell'empirismo filosofico che degli influssi dell'Illuminismo e del Romanticismo.

L'oggetto della disputa si spostò sulla caratteristica oggettiva del bello. Ci si cominciò a chiedere se, quando si indica come bello un corpo, gli si riconosca una proprietà che effettivamente possiede o meno. Da una concezione fondamentalmente oggettivistica si passò quindi a una concezione soggettivistica che porterà poi all'attuale abbandono della ricerca di una rigorosa definizione del termine estetico bello.

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