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Prospettiva
Benjamin Fein
criminale statunitense di origine ebraica (1889-1962) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Benjamin Fein, detto Dopey Benny (New York, 1889 – New York, 1962), è stato un criminale statunitense nonché uno dei primi gangster ebreo-americani a imporsi nel panorama criminale di New York, diventando una figura centrale del racket sindacale negli anni '10 del Novecento.[1] Con precedenti penali che risalivano già al 1900, accumulò una trentina di arresti per reati che spaziavano dal furto e dalle aggressioni alla rapina a mano armata e persino all’omicidio - accuse, queste ultime, dalle quali fu assolto due volte per insufficienza di prove.[2]
Il soprannome “Dopey Benny” (Benny lo stupido) gli venne attribuito a causa di una condizione medica che gli faceva apparire gli occhi costantemente semichiusi, conferendogli un’espressione che divenne parte integrante della sua fama nei circoli malavitosi.[1]
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Carriera criminale
Riepilogo
Prospettiva
Nato a New York nel 1889, Fein crebbe in un quartiere povero del Lower East Side, dove già da bambino divenne un ladruncolo e borseggiatore.[2] Dotato di notevoli capacità organizzative,[2] nel 1905 mise insieme una propria banda di rapinatori e, nei cinque anni successivi, fu più volte inviato al riformatorio di Elmira, scontando tra l’altro tre anni e mezzo per rapina a mano armata.
Racket sindacale
Rilasciato nel 1910, entrò nell’organizzazione di Jack “Big” Zelig e iniziò a occuparsi di racket sindacali ed estorsioni nel Garment District.[1][2] Utilizzò la sua banda come gruppo di labor sluggers (picchiatori), affittandola sia ai sindacati sia alle aziende per ottenere con la forza il controllo degli scioperi. In breve tempo dominò gran parte dell’East Side, arrivando a guadagnare fino a 20.000 dollari l’anno.
Nel 1913, una serie di piccole gang di picchiatori sindacali tentò di spezzare il monopolio detenuto da Fein e dal rivale Joseph Rosenzweig.[2] Lo scontro culminò in una lunga sparatoria tra Grand Street e Forsyth Street, durata diverse ore e con poche vittime, ma fu l’episodio che diede inizio alle Guerre dei picchiatori dei sindacati, destinate a protrarsi per quasi quindici anni.
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Arresti e condanne
Riepilogo
Prospettiva
Arrestato per aggressione nel 1914, Fein accettò di testimoniare contro vari membri coinvolti nelle violenze sindacali dopo che le sue protezioni politiche si erano rifiutate di intervenire in suo favore.[2] Le sue dichiarazioni portarono all’incriminazione di undici gangster e ventuno funzionari sindacali, ma nessuno fu mai processato. Nello stesso anno Fein venne nuovamente arrestato per l’omicidio del cancelliere Frederick Strauss, ucciso nel fuoco incrociato di una sparatoria vicino a St. Mark’s Place; anche in questo caso fu rilasciato per mancanza di testimoni affidabili.
Nel 1915 fu ancora arrestato e questa volta condannato per omicidio.[2] Rilasciato nel 1917 per il delitto legato alle aggressioni sindacali, scoprì che il suo potere era ormai in declino.[2] Alla fine della guerra tra bande, con Rosenzweig in carcere per omicidio preterintenzionale, Fein scelse di ritirarsi, reinventandosi con successo come imprenditore nel settore dell’abbigliamento.
Nel luglio 1931, dopo tredici anni lontano dalle aule di tribunale, comparve nuovamente davanti al giudice dell’Essex Market con Samuel Hirsch e Samuel Rubin, accusato di lesioni gravi per aver lanciato acido contro il commerciante di Brooklyn Mortimer Kahn.[2][3]
Nel 1941 fu arrestato durante un blitz ordinato dal procuratore distrettuale Thomas E. Dewey, nel corso del quale finirono in manette anche i gangster Abraham Cohen, John Ferraro e due uomini d’affari di Dallas, Herman Fogel e Samuel Klein, trovati in possesso di un carico di abiti rubati del valore di 10.000 dollari.[4]
Fein e Cohen furono indicati come i capi di una banda criminale che, tra rapine a mano armata e furti con scasso, aveva accumulato circa 250.000 dollari in tre anni depredando l’industria dell’abbigliamento. Detenuto a The Tombs fino al processo, Fein evitò l’ergastolo obbligatorio previsto per i recidivi alla quarta condanna e ricevette invece una pena ridotta da dieci a vent’anni. Da quel momento, le sue tracce scomparvero dai registri pubblici.[5]
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Morte
Benjamin Fein è morto a New York nel 1962.
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