Body Shots

Body Shots è un film del 1999, scritto da David McKenna e diretto da Michael Cristofer.

Body Shots
Paese di produzione	Stati Uniti d'America
Anno	1999
Durata	106 min
Genere	drammatico
Regia	Michael Cristofer
Interpreti e personaggi
Sean Patrick Flanery: Rick Hamilton Jerry O'Connell: Michael Penorisi Amanda Peet: Jane Bannister Tara Reid: Sara Olswang Ron Livingston: Trent Emily Procter: Whitney Bryant Brad Rowe: Shawn Denigan Sybil Temtchine: Emma Cooper

Trama

Dopo una notte in discoteca, Jane e Rick, colleghi avvocati e amici di lunga data, si svegliano nello stesso letto. Mentre tentano di ricordare cosa sia successo tra loro irrompe Sara, un'amica di Jane, in stato d'agitazione e con lividi e ferite su tutto il corpo: la ragazza accusa un amico di Rick, il giocatore di football professionista Michael, di averla violentata. Michael viene arrestato e interrogato dalla polizia; chiede così di essere difeso da Nick, così come Sara chiede di essere difesa da Jane. I due avvocati si trovano così a dover ricostruire le venti ore precedenti, nel tentativo di comprendere cosa sia accaduto davvero; parte quindi un lungo flashback che ricostruice, come in un documentario, la storia vista da diversi personaggi che, a fasi alterne, si rivolgono alla telecamera e raccontano le proprie emozioni e il loro punto di vista sulla storia.

Rick, Jane, Sarah e Michael decidono di passare una serata in un locale alla moda di Los Angeles assieme ad altri amici: la scanzonata Whitney, l'insicura Emma, l'impertinente Shawn e l'eccentrico Trent. Gli uomini, a parte Michael, sono tutti avvocati presso lo stesso studio legale, dove lavora anche Jane. Durante la serata ciascuno dei personaggi cerca del sesso occasionale con altre persone; dopo una serie di flirt e approcci fallimentari, ognuno di loro si trova a legare con un'altra persona del gruppo: Rick e Jane sembrano trovare una forte intesa emotiva, mentre Shawn, innamorato di Sara, se la vede strappare di mano da Michael, più attraente e sicuro di sé; il giovane, deluso, decide di consolarsi con Emma. Trent e Whitney, invece, sembrano formare una coppia eccentrica e disinibita, basata sulle loro stravaganti personalità.

I diversi punti di vista dei personaggi finiscono inevitabilmente per collidere: Emma crede infatti di poter instaurare una relazione con Shawn, che invece è consapevole di non volere altro che sesso; il loro rapporto sessuale sarà brutale e privo di sentimento, e al termine Emma comprenderà di esser stata un ripiego, sentendosi terribilmente umiliata. Le provocazioni tra Trent e Whitney, invece, in un primo momento innocenti e ironiche si faranno via via più serie: Whitney flirterà con altri ragazzi per fare ingelosire Trent, fino a che lui non la umilierà in pubblico, facendola passare per "una facile". Finiranno a letto insieme, ma il loro rapporto sarà freddo e meccanico. Quanto a Michael e Sara, anche le loro versioni non collimano: Michael afferma infatti che Sara abbia ricambiato il suo flirt, e che il loro rapporto sessuale, sebbene un po' rude, sia stato consensuale; Sara afferma invece che il flirt sia stato molto più superficiale, che Michael sia stato violento e che abbia approfittato della sua ubriacatura per costringerla ad avere un rapporto contro la sua volontà. Sentendo le versioni dei loro amici, anche Jane e Rick sono costretti a ripercorrere la loro serata: ciascuno dei due finisce per considerare l'altro invadente e aggressivo; nonostante la loro innegabile intesa, e sebbene non sia mai chiarito se abbiano fatto sesso, finiscono per allontanarsi.

Sara viene ascoltata dalla polizia, ma la sua accusa viene ritenuta inattendibile per via della sua ubriacatura; anche tra i suoi amici si sono create due fazioni: chi crede che Sara sia stata violentata e chi parteggia apertamente per Michael. Il finale è aperto: non viene detto se Michael sarà incriminato o assolto, né se gli amici saranno in grado di chiarirsi tra loro. Sara, in lacrime ma determinata a riprendere in mano la propria vita, si allontana da sola.

Produzione

Il film è stato girato a Los Angeles. Il titolo di lavorazione era Jello Shots, ma dovette essere cambiato in seguito a una denuncia da parte della Kraft, proprietaria del marchio Jell-O^[1].

Nel film è presente una scena di nudo di Tara Reid; l'attrice dichiarò di averla girata solo perché il suo personaggio era vittima di violenza: "Non farei mai una scena in cui il mio personaggio si spoglia senza motivo, solo per un po' di voyeurismo. Sarebbe stupido, sarebbe sfruttare se stessi. Rinuncio a un sacco di film in cui sono previste scene di nudo non necessarie per il ruolo, che rendono il film imbarazzante"^[2].

Accoglienza

Il film è stato stroncato dalla critica. Su Rotten Tomatoes, solo l'11% delle 28 recensioni attribuisce al film un voto positivo. Metacritic, che utilizza una media ponderata, ha assegnato al film un punteggio di 36 su 100, basato su 29 critici.

Lawrence Van Gelder del New York Times definisce Body Shots "non simile a Rashomon e privo di un'indagine sociologica seria"^[3]. Sarah Hepola, su Austin Chronicle, dice che il film manca "dello sguardo malvagio alla Neil LaBute (Amici & vicini) o dell'umorismo umano e autoironico di Swingers di Jon Favreau. Purtroppo, persone come quelle viste nel film probabilmente esistono, ma non vorrei passare del tempo con loro, e immagino che non lo voglia nemmeno lo spettatore"^[4].

Roger Ebert dice che Body Shots "ha buone intenzioni e presenta alcuni dialoghi acuti sulle insidie legali, ma non ha idea di quale sia il suo vero fondamento", diventando più che altro un monito sull'alcolismo piuttosto che sullo stupro^[5]. I critici hanno commentato negativamente la decisione del regista di mostrare entrambe le prospettive dello stupro in questione senza prendere posizione. Ebert ha detto che "il finale è inconcludente e insoddisfacente: non solo non riesce a trovare risposte, ma anche le domande sono sbagliate". Rob Blackwelder di SPLICEDwire ha criticato i registi per aver concesso "10 minuti al punto di vista dello stupratore", che secondo lui equivale a incolpare la vittima e "giocare la carta della simpatia per lo stupratore". Anche la superficialità nelle caratterizzazioni dei personaggi sono state criticate^[6].

Mick LaSalle del San Francisco Chronicle è stato uno dei pochi critici a recensire positivamente il film. Ha sostenuto che il tono cupo del film è indovinato e ha elogiato la performance di Tara Reid. Ha concluso: "Questo è uno dei pochi film che non si comprende completamente fino all'inquadratura finale, ed è uno dei finali più silenziosamente potenti del recente passato"^[7] He concluded, "This is one of the few movies that don't fully come together until the final shot, and it's one of the most quietly powerful endings in recent memory."^[7].