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Calendario Timor

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Calendario Timor
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Calendario Timor è un calendario perpetuo da scrivania progettato da Enzo Mari per Danese Milano nel 1967. La sua forma è ispirata ai vecchi cartelli ferroviari degli anni Quaranta, quando Mari era un bambino. Timor è un calendario originale ed innovativo, caratteristiche che lo hanno reso sempre attuale nel corso degli anni non uscendo mai di produzione.

Dati rapidi Calendario Timor prodotto di disegno industriale, Dati generali ...
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Storia

Il calendario è stato progettato nel 1967 da Enzo Mari per la Danese Milano con lo scopo di contrastare la logica consumistica dell'usa e getta, conseguenza del boom economico del secondo dopoguerra italiano.[1] Ad oggi il calendario è ancora in produzione ed è un prodotto attualissimo di design destinato a durare una vita e ad invecchiare con chi lo possiede.

Origini del nome

Timor nelle lingue maleo-polinesiache significa est ed è il nome della maggiore fra le isole di un arcipelago dell'Indonesia, quella situata più a est. La scelta di un nome così particolare ed esotico deriva da Bruno Danese, fondatore del marchio, che inizialmente decise di chiamare con il nome di isole tutti i prodotti del brand.

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Descrizione

Caratteristiche Tecniche

Timor è un calendario perpetuo da tavolo, gli elementi in PVC che rappresentano giorno, mese e anno sono fissati su un corpo formato da un unico pezzo stampato in ABS con un perno centrale che permette di aprirli a ventaglio, così da scegliere più facilmente la combinazione corretta.

Ulteriori informazioni larghezza totale, altezza totale ...

Enzo Mari decise di realizzare il calendario con un materiale plastico, sia per i vantaggi tecnici che poteva offrire, sia perché considerato moderno, al passo con i tempi: il minor costo di produzione rispetto ai materiali tradizionali trasformava così la plastica in un simbolo di libertà, democrazia e uguaglianza. Il calendario è stato realizzato in due varianti colore, bianco e nero. Inoltre è disponibile in diverse lingue: italiano, inglese, francese e tedesco. Il font utilizzato è il famoso Helvetica, molto amato dallo stesso Mari e anche da Danese per la sua immediatezza e facile leggibilità.[3]

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Interpretazione

Riepilogo
Prospettiva

Componente plastica e figurativa

L'oggetto porta con sé una forte innovazione nella forma in quanto si distacca dalla classica struttura statica di un calendario; le caratteristiche di componibilità, flessibilità, lavabilità, trasformabilità sono garantite dalla plastica[4], la struttura generale rende del tutto stabile il prodotto e permette ad ogni componente di avere una funzione specifica.[5] Come anticipato in precedenza, la struttura del calendario Timor è ispirato ai cartelli ferroviari degli anni Quaranta, ma analizzando in profondità tutto l'operato di Mari nel mondo della progettazione è innegabile il suo amore verso le forme stilizzate degli animali[6]. Ed ecco che la sagoma di Timor, nella posizione a lamelle chiuse, sembra evocare quella della testa e del becco del pellicano, mentre a lamelle aperte fa venire in mente la ruota che il pavone fa con la coda e infine, quando le lamelle sono aperte a mezza ruota ricordano la forma della cresta del gallo.


Interazione con l'utente

Il calendario Timor richiede una forte interazione con l'utente in quanto proprio quest'ultimo quotidianamente deve dedicare del tempo all'oggetto per aggiornare il giorno o il mese; tempo non sprecato poiché sta nell'interesse dell'utente sapere la data corrente quando lo desidera o non se la ricorda.

Grado di codifica

Il calendario perpetuo Timor presenta un grado di ipercodifica, in quanto partendo da un modello di calendario già esistente, gli vengono conferiti due segni aggiuntivi: una struttura particolare che richiama i vecchi cartelli ferroviari e un movimento rotatorio delle palette simile alla cresta del gallo.

Valorizzazione

Basandoci sulla classificazione dei valori realizzata dal semiologo Jean-Marie Floch, si può attribuire al calendario Timor una valorizzazione pratica, poiché l’oggetto, data la forma, è facilmente maneggevole ed è intuibile il suo funzionamento. Il materiale, leggero ed economico, lo rende semplice da montare e in grado di superare le mode passeggere. Inoltre è presente una valorizzazione critica, poiché nonostante il prezzo d’acquisto sia relativamente elevato per un calendario, può essere utilizzato per sempre, ogni giorno, ogni mese e ogni anno. L’essenzialità del calendario perpetuo da tavolo è sinonimo di un pensiero rigoroso che il designer applicava a tutti i suoi progetti:

«Comincio a lavorare per negazione e via via vado per eliminazione. Il modello che è rimasto in piedi dopo sei mesi è il modello prodotto. Il mio progetto consiste nel decantare, nel cercare di eliminare ciò che è inutile e falso»
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Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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