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Calipso

personaggio della mitologico greca Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Calipso
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Calipso (in greco antico: Καλυψώ?, Kalypsṓ; lett. "colei che nasconde[1][2]") è un personaggio della mitologia greca. Era una ninfa marina, più specificatamente un'Oceanina o una Nereide, che viveva in solitudine sull'isola di Ogigia, dove naufragò Odisseo di ritorno dalla Guerra di Troia. Infatuata di lui, lo trattenne forzatamente sull'isola per anni, offrendogli l'immortalità in cambio del suo amore, ma Odisseo rifiutò e l'intercessione degli dei olimpi obbligò infine Calipso a lasciarlo andare.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Calipso (disambigua).
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Etimologia

Il nome Calipso deriva dal verbo in greco antico: καλύπτω?, kalyptō; che significa "coprire", "nascondere", in riferimento al suo nascondere Odisseo sulla sua isola[3][4].

Le fonti medievali coniarono, in riferimento al suo mito, l'espressione καλύπτουσα το διανοούμενον (kalýptousa to dianooúmenon), ovvero "nascondere la conoscenza"; combinando il suo nome con l'epiteto omerico δολόεσσα (dolóessa), che vuol dire "astuta"[5].

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Genealogia

La maggior parte delle fonti indicano Calipso come figlia del titano Atlante[6][7][8]. La madre è citata solo da Iginio, che la indica nell'Oceanina Pleione, già madre delle Pleiadi[7].

Calipso viene anche citata come figlia di Oceano e della titanide Teti[9], così come di Nereo e Doride[10], ma è possibile che si tratti di personaggi omonimi ma separati. Fonti medievali la confondono invece con Circe, attribuendole quindi come genitori Helios e Perseide[11].

Calipso era a sua volta madre delle ninfe Cefalonine, protettrici di Cefalonia, che generò col dio Hermes[12][13].

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Mitologia

Riepilogo
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Nell'Odissea

Nell'Odissea di Omero, Calipso soccorre Odisseo, naufragato sulla sua isola, Ogigia, per poi tenerlo prigioniero lì per sette anni, incantandolo col suo canto e cercando di convincerlo a divenire il suo sposo, costringendolo a dividere il letto con lei e offrendogli l'immortalità se accetterà di divenire suo sposo. Odisseo, tuttavia, desidera ricongiungersi alla moglie Penelope e al figlio Telemaco nella nativa Itaca, e riesce infine a invocare la sua protettrice, la dea Atena, che intercede per lui presso Zeus. Zeus manda Hermes da Calipso e le ordina di lasciare libero Odisseo, al che la ninfa può solo obbedire, fornendo anche la zattera e le provviste necessarie al viaggio[14].

Studi moderni suggeriscono una forte somiglianza fra la storia di Calipso e quella di Siduri nel Gilgamesh, in quanto entrambe le donne sono "solitarie, che riforniscono di provviste l'inconsolabile eroe-errante e lo mandano in un luogo oltre il mare riservato a una classe speciale di persone onorate"[15].

Altri miti

Sebbene nell'Odissea non siano menzionati figli di Calipso e Odisseo, altre fonti attribuiscono loro diversi figli: Nausitoo, Nausinoo[16][17] e Latino[18] (quest'ultimo indicato, fra le varie possibili ascendenze, anche come figlio di Odisseo e Circe[19]).

Esiodo espande le motivazioni di Calipso nel trattenere Odisseo, aggiungendo che la ninfa lo fece inizialmente su ordine di Poseidone, che odiava Odisseo per aver accecato il figlio Polifemo[20]. Secondo Iginio, dopo che Odisseo lasciò l'isola, Calipso si suicidò[21].

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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