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Cappello a cilindro (film)
film musicale del 1935 diretto da Mark Sandrich Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Cappello a cilindro (Top Hat) è un film musicale del 1935 diretto da Mark Sandrich, con Fred Astaire e Ginger Rogers.
Fu il film col maggiore incasso nell'anno 1935.
Nel 1990 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.[1]
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Trama
Un famoso ballerino statunitense, Jerry Travers, mentre si trova in un albergo insieme al suo impresario, conosce per caso un'affascinante indossatrice, Dale Tremont, e se ne innamora. Le sue attenzioni, però, non sono ricambiate dalla graziosa fanciulla. Dopo un insistente corteggiamento, Jerry riesce a farla innamorare di sé, ma per un errore la ragazza comincia a credere che lui sia il marito di una sua cara amica. Così, convinta che si tratti di un avventuriero, lo allontana sdegnata.
Jerry è molto deluso. Un giorno, dopo essersi esibito con successo in un musical, Jerry si fa convincere ad andare a Venezia, solo perché scopre che la moglie del suo impresario vuole presentargli una ragazza, che guarda caso è proprio Dale. Comincia così un esilarante gioco di equivoci e scambi di persona, dato che il vero marito della sua amica è l'impresario di Jerry. Ma alla fine tutto si chiarirà, e Jerry e Dale ritroveranno finalmente l'amore.
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Numeri
- A-solo di tip-tap di Jerry nella stanza d'albergo. Dale, che alloggia nella stanza sottostante si sveglia ed è infastidita dal rumore. Telefona alla direzione: la informano che la stanza è del sig. Horace Hardwick. Da qui nasce l'equivoco che verrà sciolto solo alla fine del film.
- Ballo nel gazebo di un centro ippico mentre fuori piove. Jerry è in giacca e cravatta, Dale è vestita da amazzone.
- A teatro: si recita lo spettacolo londinese di Jerry. È tra una schiera di ballerini, tutti col cappello a cilindro (famoso il finale, in cui usando il bastone come fucile li abbatte ad uno ad uno)
- Ballo in abiti da sera durante una serata mondana all'hotel di Venezia sulle note della celebre Cheek to Cheek.
- Ballo "etnico"[2] davanti all'hotel.
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Canzoni
- Cheek to Cheek di Irving Berlin, il più famoso dei motivi del film, cantato da Jerry a Dale all'inizio della serata all'hotel di Venezia; poco dopo i due ballano in coppia (quarto numero)
Gli altri motivi cantati sono:
- No Strings (I'm Fancy Free) (Niente legami (Sono fantasticamente libero)), di Irving Berlin, cantata in albergo da Jerry ad Horace, dopo che questi gli aveva chiesto perché non si sposava
- Isn't This a Lovely Day? (Non è una bella giornata?), di Irving Berlin, cantata da Jerry a Dale nel gazebo dove i due hanno trovato riparo durante il temporale
- Top Hat, White Tie and Tails (Cilindro, cravatta bianca e frac), di Irving Berlin, cantata da Jerry in un a solo di tip-tap, mentre gli fa da coreografia il corpo di ballo maschile (tutti rigorosamente con cappello a cilindro, cravatta bianca e frac), ai cui membri Jerry/Astaire finge di sparare a colpo singolo od a raffica simulando con la canna da passeggio, che utilizza nella danza, fucile e mitragliatrice e provocando idealmente la caduta di ciascuno di loro
- The piccolino, adattamento dalla canzone di Billman, cantata nella danza coreografica finale ("ballo etnico") da Dale e dal coro.
Citazioni del film in altre opere
- Questo film è citato due volte nel film Il miglio verde: all'inizio, quando Paul Edgecombe anziano ne vede un brano in televisione nella sala di ritrovo della casa di riposo e si mette a piangere, e successivamente, quando al condannato John Coffey viene fatto vedere uno spezzone di pellicola, prima dell'esecuzione della condanna; si tratta del brano musicale Cheek to cheek di Irving Berlin.
- Il film viene inoltre citato nel libro Ritorno a casa di Rosamunde Pilcher, quando la protagonista, Judith, assiste alla proiezione dello stesso al cinema.
- Il film La rosa purpurea del Cairo si chiude con la protagonista che guarda il ballo di Fred Astaire e Ginger Rogers sulle note di Cheek to Cheek.
- È citato anche nel film The Dreamers, del 2003, diretto dal regista italiano Bernardo Bertolucci.
- Un poster della pellicola appare in una scena del film di arti marziali Kung Fusion, del 2004, diretto da Stephen Chow.
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Curiosità
- Questo è il primo musical in cui i numeri musicali sono parte integrante della trama e non esibizioni a parte.[senza fonte]
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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