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Chiesa di San Bartolomeo Apostolo (Alpago)
chiesa di Puos d'Alpago Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La chiesa arcipretale di San Bartolomeo Apostolo è la parrocchiale di Puos d'Alpago, frazione del comune sparso di Alpago, in provincia di Belluno e diocesi di Belluno-Feltre[1]; fa parte della convergenza foraniale di Longarone-Zoldo-Alpago-Ponte nelle Alpi.
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Storia
Riepilogo
Prospettiva
Da alcuni documenti oggi conservati a Belluno si apprende che a Puos d'Alpago esisteva già nel XV secolo una chiesetta, che godeva di un beneficio, grazie al quale poteva disporre dei fondi necessari per migliorare le condizioni dell'edificio[2].
Nel 1609 la chiesetta fu ricostruita con dimensioni maggiori per poter soddisfare le esigenze della popolazione[2][3]; tale edificio era caratterizzato da soffitto a capriate e da pavimentazione in lastre di pietra[2].
Nella relazione della visita pastorale del 1701 si legge che tale chiesa aveva dimensioni ampie, che disponeva di tre altari, di due porte d'ingresso e della sagrestia caratterizzata da volta a botte[2].
Nel 1754 si pensò di riedificare la chiesa in un luogo più sicuro, dal momento che era sempre esposto al pericolo di esondazioni di corsi d'acqua[2]; a causa della mancanza di fondi per portare sul piano pratico la proposta la vicenda si concluse con un nulla di fatto[2].
Il 18 settembre 1817 una prorompente inondazione rovinò la chiesa e allora si rese necessario il suo rifacimento[2]; l'attuale parrocchiale venne costruita tra il 1825 e il 1840[2][3].
La struttura fu danneggiata nel 1873 da una scossa di terremoto, mentre il campanile crollò[2]; nel 1936 l'edificio subì da un nuovo sisma ulteriori danni, che furono sanati nel 1938[2].
Il 6 luglio 1951 il vescovo Gioacchino Muccin emanò un decreto che conferì alla chiesa il titolo arcipretale[2].
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Descrizione
Opere di pregio conservate all'interno della chiesa sono la pala ritraente la Beata Vergine Maria col Bambino assieme ai santi Bartolomeo apostolo e Nicolò vescovo, eseguita nel 1618 da Francesco Frigimelica il Vecchio[3][2], e le due tele raffiguranti la Beata Vergine ed il Bambino tra i santi Domenico e Francesco e Sant'Antonio di Padova, quest'ultima del 1890[3], entrambe dipinte dal bellunese Francesco Bettio[3].
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
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