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Chiesa di San Biagio (Parma, Vicopò)
chiesa nel comune italiano di Parma Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La chiesa di San Biagio è un luogo di culto cattolico dalle forme neoclassiche, situato in via Mantova 119 a Vicopò, frazione di Parma, in provincia e diocesi di Parma; è sede di una parrocchia compresa nella zona pastorale della città.
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Storia
Riepilogo
Prospettiva
Il luogo di culto originario fu edificato in epoca medievale; la più antica testimonianza della sua esistenza risale al 7 novembre 1141, quando la Capella de Vico Pauli fu citata in una bolla del papa Innocenzo II tra i luoghi di culto sottoposti direttamente al Capitolo della Cattedrale di Parma.[1][2]
Nel 1220 il Capitolo della Cattedrale permutò col Vescovo di Parma i diritti sul tempio, in cambio di quelli sulle cappelle di San Ruffino e del Castellaro.[2]
Nel 1230 il luogo di culto, dedicato ai santi Fabiano e Sebastiano, fu menzionato nel Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma tra le cappelle direttamente dipendenti dall'autorità episcopale di Parma, pur trovandosi all'interno del territorio gestito dalla pieve di Pedrignano.[2][3]
Successivamente il tempio fu reintitolato a san Biagio, come testimoniato dall'Estimo diocesano del 1354.[2][3]
La chiesa fu completamente ricostruita a partire dal 1550 e fu consacrata al termine dei lavori il 17 aprile del 1552; nel 1564 fu elevata a sede parrocchiale autonoma.[2][3][4]
Nel 1679 il luogo di culto fu dotato di fonte battesimale, in ottemperanza a un decreto vescovile.[2][3]
Nel corso del XIX secolo fu realizzata la facciata neoclassica.[3]
Tra il 1951 e il 1965 fu costruito in adiacenza alla chiesa l'oratorio per le attività parrocchiali.[3]
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Descrizione
Riepilogo
Prospettiva


La chiesa si sviluppa su una pianta a navata unica, con ingresso a ovest e presbiterio a est.[3]
La simmetrica facciata a capanna, interamente intonacata, è affiancata alle estremità da due coppie di lesene binate doriche; al centro è collocato l'ampio portale d'ingresso inquadrato da una cornice e sormontato da un architrave in aggetto; più in alto si apre un rosone delimitato da una cornice modanata; in sommità, al di sopra della trabeazione in cui campeggia l'epigrafe «DIVO BLASIO DICATUM», si staglia nel mezzo il frontone triangolare con cornice in rilievo. Ai lati si estendono simmetricamente i volumi della canonica e dei locali parrocchiali.[3]
Sul retro emerge dalla canonica il campanile, decorato con lesene in corrispondenza degli spigoli; la cella campanaria si affaccia sulle quattro fronti attraverso ampie monofore ad arco a tutto sesto, delimitate da lesene doriche; in sommità si eleva tra quattro piccoli pinnacoli piramidali un'aguzza guglia a base ottagonale.[3]
All'interno la navata, coperta da una volta a botte scandita in tre campate, è affiancata da una serie di lesene coronate da capitelli dorici, a sostegno del cornicione perimetrale in aggetto; ai lati si aprono attraverso ampie arcate a tutto sesto due grandi nicchie; sul lato sinistro sono conservate le tracce di un affresco raffigurante il Battesimo di Cristo.[3][5]
Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è preceduto dall'arco trionfale, retto da pilastri; l'ambiente, chiuso superiormente da una volta a botte lunettata, accoglie l'altare maggiore barocco in legno intagliato, dipinto e dorato, arricchito da una coppia di angioletti portaceri risalenti alla seconda metà del XVIII secolo; sul fondo, sopra alle panche del coro, la parete è decorata con un affresco settecentesco a trompe-l'œil, raffigurante prospetticamente un prolungamento del presbiterio.[3][5]
La chiesa conserva inoltre un ovale settecentesco rappresentante una Figura di santo.[5]
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
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