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Frontone

elemento architettonico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Frontone
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Il frontone è un elemento architettonico di coronamento tipico dell'architettura classica greca e romana, per lo più di forma triangolare, posto alla sommità di una facciata o di un portico di un edificio.[2][3][4]

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Frontone (disambigua).
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Frontone neoclassico della chiesa della Madeleine, Parigi, con scultura del Giudizio finale (1833) di Philippe Joseph Henri Lemaire.[1]

I frontoni sono collocati sopra la cornice orizzontale, cioè la parte superiore della trabeazione, spesso sostenuta da colonne.[2] Nell'architettura classica, un frontone triangolare ampio e basso coronava abitualmente il portico di un tempio greco, schema proseguito nei templi romani; grandi frontoni su altri tipi edilizi divennero comuni soprattutto dal Rinascimento in poi.[2] Nei progetti simmetrici, il frontone funge spesso da punto focale e conferisce solennità agli ingressi.[2]

La cornice corre anche sul profilo inclinato del frontone e non solo alla sua base; i lati in risalita sono detti "cornici rampanti".[2] Il timpano è l'area triangolare interna al frontone, spesso decorata con sculture a tutto tondo o a rilievo.[2][5][6] Il timpano può contenere iscrizioni e, in età moderna, anche quadranti di orologi.[7][8]

Le principali varianti formali sono il frontone "centinato" o "a segmento di cerchio", in cui i lati obliqui sono sostituiti da un arco di cerchio;[9] il "frontone spezzato", in cui la cornice è interrotta al vertice;[10] e il "frontone aperto", con interruzione della cornice lungo la base; sia i frontoni triangolari sia quelli centinati possono presentarsi in forma "spezzata" o "aperta".[11]

I frontoni compaiono nell'antica Grecia già alla fine del VII secolo a.C.: un celebre esempio arcaico è il tempio di Artemide a Corcira (Corfù), con grande timpano figurato databile intorno al 580 a.C.[12] I frontoni tornarono poi in largo uso nell'architettura rinascimentale e, successivamente, in stili come il barocco, il neoclassico e la Beaux-Arts, che impiegarono diffusamente anche le varianti centinate, aperte e spezzate.[2][11]

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Varianti formali

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Vari tipi di frontone:
1. poligonale ("a spigoli vivi")
2. traforato ("a giorno")
3. curvo/centinato ("a segmento di cerchio")
4. spezzato (apice interrotto)
5. incavato ai rampanti (tipo échancré)
6. doppio frontone (frontoni sovrapposti)
7. ribassato (schiacciato)
8. sovrapposto/sormontato
9. senza ritorni di cornice (sans-retour)
10. triangolare
11. aperto alla base (frontone aperto)
12. a volute / a colli di cigno (broken scroll)

Una variante è il "frontone a segmento di cerchio" (o "curvo"/"ad arco"), in cui la sagoma tradizionalmente triangolare è sostituita da un profilo curvilineo; oltre che a coronamento di facciate, i frontoni si trovano frequentemente anche sopra porte e finestre, mentre il timpano è la superficie interna eventualmente decorata.[13][14] Sia i frontoni triangolari sia quelli a segmento possono presentare forme "spezzate" e "aperte".[14]

Nel "frontone spezzato" la cornice di gronda obliqua non si ricongiunge all'apice, lasciandolo aperto; nel "frontone aperto" l'interruzione è lungo il bordo inferiore orizzontale.[15] La distinzione terminologica fra "spezzato" e "aperto" è consolidata nel lessico specialistico.[15]

Esempi compositivi che combinano frontone spezzato e corpo centrale circolare (thòlos o monoptero) si riscontrano nelle facciate rupestri di El Khasneh al Faroun a Petra (Giordania), in un contesto che fonde tradizioni orientali con l'architettura di matrice ellenistica.[16][17] In tali esempi la trabeazione e il frontone risultano volutamente "spezzati" e arretrati rispetto al piano della parete, soluzione attestata dalla letteratura archeologica su Petra.[17]

Le varianti furono riprese anche nell'architettura manierista, che sperimentò soluzioni come mezzi frontoni o frontoni parziali applicati a porzioni della facciata.[18] Le forme "spezzate"/"a colli di cigno" vennero inoltre applicate all'arredo del Settecento: il profilo "a colli di cigno" (anche detto frontone a volute spezzate) è tipico dei grandi mobili-cassettone e librerie ed è direttamente collegato ai modelli diffusi da Thomas Chippendale.[19][20] In ambito nordamericano, la variante "a colli di cigno"/"spezzata" è attestata in portali storici.[21]

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Storia

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La più antica scultura di frontone conservata, dal tempio di Artemide a Corcira (Corfù), circa 580–570 a.C., in un allestimento ricostruttivo

Epoca classica

Il frontone è attestato nei templi della Grecia classica e, per tradizione e riprese storiche, in ambito etrusco, romano, rinascimentale, barocco, rococò e neoclassico, nonché nell'architettura Beaux-Arts.[2] I templi greci, generalmente a pianta rettangolare, presentavano di norma un frontone a ciascuna testata, mentre i templi romani, come le successive riprese storiche, spesso ne ebbero uno solo a segnare l'intera larghezza della facciata principale.[2] L'esempio più celebre dello schema greco è il Partenone, con i due timpani riempiti da grandi gruppi scultorei.[22] Un esempio estremo ma molto influente dell'impostazione romana è il Pantheon di Roma, dove un portico con frontone introduce a un'aula circolare.[23][3]

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Porta del mercato di Mileto, II secolo, Pergamonmuseum, Berlino

Nell'antica Roma, nel Rinascimento e nelle successive riprese, piccoli frontoni (più frequentemente detti timpani) vennero impiegati anche come elementi non strutturali sopra finestre, porte ed edicole, con funzione protettiva oltre che decorativa.[24] Dal V secolo i frontoni compaiono anche su monumenti funerari e, più tardi, su oggetti non architettonici come i sarcofagi.[25]

In età ellenistica il frontone fu impiegato con maggiore libertà compositiva e su una gamma più ampia di edifici, soprattutto fuori dalla Grecia, con soluzioni di derivazione alessandrina diffuse nel Levante; la facciata di El Khasneh al Faroun a Petra (Giordania) ne è l'esempio più celebre, con frontone spezzato e thòlos centrale di ascendenza alessandrina.[26][27]

La monumentale Porta del mercato di Mileto fu eretta intorno al 100 d.C. come fastoso varco tra due piazze della città e oggi è ricostruita ed esposta al Pergamonmuseum di Berlino.[28]

L'Arco di Settimio Severo a Leptis Magna presenta su ciascuna faccia soluzioni decorative con piccoli frontoni spezzati entro un programma figurativo estremamente ricco, nel quadro di una cultura artistica che recepisce influssi africani ed orientali.[29][30]

L'Arco di Augusto a Rimini (27 a.C.) è una porta urbica posta al termine della via Flaminia e presenta in facciata un frontone triangolare basso; il monumento, in pietra d'Istria, è tra i più antichi archi onorari conservati nell'Italia settentrionale.[31][32]

Medioevo

Nell'architettura carolingia e in quella romanica i coronamenti a timpano coincidono per lo più con i semplici spioventi di facciata, paralleli alle falde e conclusi da copertine lapidee, con scarsa enfasi alla cornice di contorno.[33] Nell'architettura gotica si impiegano coronamenti molto acuti soprattutto sopra portali e finestre; spesso sono impostati su un arco a sesto acuto e l'elemento orizzontale inferiore risulta poco marcato o assente, mentre la letteratura specialistica li descrive come "frontoncino" o "cimasa a capanna" e segnala la presenza di "gocciolatoio" a protezione dell'arco.[34][35][36] Dal Rinascimento in poi, con il recupero del lessico classico, il frontone torna come elemento di facciata talora svincolato dalla pendenza del tetto retrostante.[37]

Rinascimento, Barocco e Rococò

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Sant'Agostino (Roma), facciata con frontone troncato al livello mediano, alla fine del XV secolo.[38]

Quando i frontoni triangolari di gusto classico rientrarono nell'architettura rinascimentale italiana, furono spesso impiegati a coronamento di facciate sostanzialmente piane, con elementi addossati piuttosto che con portici colonnati a tutto tondo; Leon Battista Alberti applicò questo linguaggio in più chiese, tra cui il Tempio Malatestiano (anni 1450, incompiuto), la Basilica di Santa Maria Novella (fino al 1470), San Sebastiano a Mantova (incompiuta negli anni 1470), la Basilica di Sant'Andrea a Mantova (iniziata nel 1472) e il Duomo di Pienza (circa 1460), dove il progetto è probabilmente suo.[39] In opere come Santa Maria Novella e Sant'Agostino si affermò il comune schema "a tre zone", con grandi volute laterali nel registro mediano a raccordare le altezze.[40][37]

Secondo Andrea Palladio la facciata di San Giorgio Maggiore a Venezia sovrappone due "fronti di tempio" di diversa scala, adeguandosi alla maggiore altezza della navata rispetto alle navate laterali; lo stesso motivo ricorre in alcune ville palladiane, la più importante delle quali è Villa Almerico Capra detta "La Rotonda" con i suoi quattro pronai sporgenti, contribuendo alla diffusione del "fronte di tempio" nell'architettura residenziale.[41] In ambito urbano, Palladio riservò il fronte templare soprattutto alle chiese, distinzione che nel barocco e soprattutto fuori d'Italia fu spesso abbandonata.[37]

Il primo uso sistematico dei frontoni sopra le finestre nel Rinascimento si ebbe nel Palazzo Bartolini Salimbeni a Firenze, completato nel 1523 da Baccio d'Agnolo: Giorgio Vasari riferisce che l'innovazione fu dapprima derisa e poi ammirata e largamente imitata.[42][43]

Dal 1750 all'Art déco

I frontoni divennero molto comuni sulle facciate principali delle residenze di campagna inglesi e, più in generale, nell'Europa settentrionale; potevano sovrastare un portico con colonne oppure essere applicati come decorazione a una facciata sostanzialmente piana.[2] In Inghilterra, quando il timpano presentava sculture, era spesso occupato da uno stemma.[44][45][46]

Con l'architettura neoclassica si tornò a modelli antichi "più puri", privilegiando frontoni triangolari e, quando il budget lo permetteva, grandi programmi scultorei entro il timpano.[2] Nell'Ottocento, con gli storicismi e l'eclettismo, ripresero soluzioni più libere; nelle esperienze di Beaux-Arts si diffusero ampi frontoni curvi e spezzati con ricchi apparati plastici, come dimostrano i grandi complessi parigini dell'epoca.[47]

Il "fronte di tempio", con colonnato e frontone, si impose per edifici pubblici rappresentativi come borse, banche di emissione, tribunali, parlamenti e musei; esempi sono la Royal Exchange di Londra (facciata con portico e frontone), la sede della Bank of England con scultura nel timpano, nonché palazzi di giustizia ottocenteschi con frontone timpanato sull'ingresso.[48][49][50]

Riletture postmoderne

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550 Madison Avenue, New York, di Philip Johnson, 1981-1984[61]

Il postmodernismo fu un movimento che mise in discussione il modernismo del Secondo dopoguerra, promuovendo il reimpiego consapevole di elementi storici all'interno di nuovi progetti, con enfasi su pluralità, contesto urbano, citazioni e simboli.[62] Un testo precoce e influente fu il saggio di Robert Venturi Complessità e contraddizioni nell'architettura (Complexity and Contradiction in Architecture), pubblicato nel 1966 dal Museum of Modern Art di New York.[63] Venturi vi sostenne un'architettura "inclusiva, ricca e ambigua", opponendosi al purismo modernista.[64] In un comunicato del MoMA legato al libro, lo stesso Venturi affermava di preferire elementi "ibridi piuttosto che "puri", compromissori piuttosto che "puliti".[65]

Venturi incoraggiò la "citazione", ossia il riuso controllato di motivi storici in chiave contemporanea; nelle opere postmoderne molti progettisti inserirono reinterpretazioni semplificate del timpano classico come segni scenografici.[62] In particolare nell'architettura per uffici, tale approccio fu spesso criticato come "superficiale estetica del design commerciale".[66]

Nel 1981-1984 Philip Johnson realizzò a Manhattan il grattacielo poi noto come 550 Madison Avenue, la cui sommità con riferimento al mobilio Chippendale rese il frontone un emblema postmoderno sulla skyline di New York.[67] Un'interpretazione affine fu la londinese Marco Polo House a Battersea, progettata da Ian Pollard alla fine degli anni ottanta e poi oggetto di consenso alla demolizione negli anni successivi.[68][69]

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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