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Chiesa di San Lorenzo (Vallebona)

edificio religioso di Vallebona Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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La chiesa di San Lorenzo è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Vallebona, in provincia di Imperia. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato di Bordighera e Valle Nervia della diocesi di Ventimiglia-San Remo.

Dati rapidi Stato, Regione ...
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Storia e descrizione

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La zona absidale e il quadrato campanile del XIII secolo

Anticamente sul sito dell'odierna parrocchiale esisteva in epoca romana un tempio pagano dedicato alla dea Diana.[1] Con l'opera di cristianizzazione della valle intorno all'anno mille, portata a compimento dai monaci benedettini dell'abbazia di Lerino, il sito venne convertito in luogo di culto cristiano con un primo edificio datato al XIII secolo[2] e intitolato a san Lorenzo martire e diacono.[1] Di questa epoca rimane la testimonianza dell'attiguo torre campanaria in pietra a vista e dalla forma quadrata.

Trecento anni dopo, nel 1460,[1] sotto la guida pastorale di don Francesco Corrubeus,[1] la popolazione di Vallebona da inizio ad un'opera di restauro e ampliamento della chiesa che assume le forme architettoniche dello stile romanico. Fu il vescovo di Ventimiglia monsignor Stefano de Robis, con atto del 1467,[1] ad elevarla al titolo di rettoria. Al 17 maggio 1705[1] risale la consacrazione solenne dell'edificio da parte del vescovo ventimigliese monsignor Ambrogio Spinola alla presenza, oltre la popolazione vallebonese e del territorio, anche i rappresentanti del clero della Magnifica Comunità degli Otto Luoghi.

Furono i progetti presentati dagli architetti Bonsignore di Ventimiglia e Bettini di Breglio[1] a tramutare la struttura, con l'avvio nel 1720,[1] nelle attuali forme barocche; un'opera di trasformazione degli interni, soprattutto le stuccature e le rifiniture, portate a compimento nel 1880.[1] I lavori videro la demolizione degli antichi pilastri, delle navate, della volta, la sopraelevazione delle murature, il consolidamento generale degli interni e la costruzione ex nova della volta e zona absidale. Quest'ultima fu al centro di una polemica[1] con la confraternita del Santo Spirito, proprietaria del vano adiacente al muro della chiesa e sede della stessa dalla prima metà del XVI secolo,[1] che riuscì ad impedirne la totale demolizione. Il vano "risparmiato" è l'attuale sacristia della parrocchiale.

Nella facciata, realizzata nelle forme finali nel 1841,[2] è presente il portale ogivale in ardesia con l'iscrizione 1458 che farebbe riferimento alla prima trasformazione del sito.[2] Tra le opere d'arte il dipinto di Giulio De Rossi raffigurante l'Adorazione del Santissimo Sacramento, datato al 1550.[2]

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