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Chiesa di San Mauro (Trambileno)
chiesa parrocchiale di Moscheri, frazione di Trambileno in Trentino Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La chiesa di San Mauro è la chiesa parrocchiale di Moscheri, frazione e sede municipale di Trambileno in Trentino. Risale al XV secolo.[1][2]
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Storia
Riepilogo
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La prima documentazione scritta che cita la chiesa di San Mauro a Moscheri di Trambileno risale al 1468.[2] L'edificio fu oggetto di riedificazione, a partire dal 1551, e ottenne dignità curaziale nel 1552 distaccandosi dalla pieve di San Floriano di Lizzana.[1]
La solenne consacrazione venne celebrata nel 1574; poi, nel 1582, San Mauro divenne sussidiaria della pieve di Rovereto. Verso la fine del secolo ebbe la concessione del fonte battesimale.[1]
Nel penultimo decennio del XVIII secolo l'edificio originario venne modificato in modo sostanziale con la demolizione della parte absidale e l'elevazione della navata. Si ottenne così un ampliamento con una nuova campata, nuove cappelle laterali e nuovo presbiterio. Alla fine della ricostruzione la chiesa venne benedetta e subito dopo iniziò l'opera di decorazione degli interni con affreschi (di anonimo pittore trentino) e stucchi attribuiti a Giuseppe Canonica ed alla sua bottega.[1]
Nuovi interventi decorativi vennero realizzati all'inizio del XX secolo da Umberto Moggioli e, nel 1913, la chiesa venne elevata a dignità parrocchiale.[1]
Il primo conflitto mondiale provocò enormi danni alla chiesa, ma anche tutto l'abitato di Moscheri fu duramente colpito e fu teatro di atti di eroismo. In particolare il maggiore Felice Chiarle cadde durante un contrattacco nel 1916 e fu decorato con la medaglia d'oro alla memoria.[2] La chiesa venne colpita nella torre campanaria e nella cappella della Madonna del Rosario. Nel primo dopoguerra fu restaurata e sino al 1925 si procedette con interventi sia strutturali sia sulle decorazioni. Vittorio Casetti decorò gli interni e anche il portale maggiore che racchiude nella sua cornice superiore l'immagine di San Mauro. In questi interventi fu abbattuta l'antica torre campanaria, non più recuperabile, e ne venne innalzata una nuova, posta di lato al presbiterio.[1]
In seguito venne realizzata la decorazione del catino absidale con l'immagine dell'Annunciazione, opera di Vittorio Casetti e, nel 1937, fu celebrata la riconsacrazione.[1]
Negli anni sessanta furono realizzati interventi manutentivi straordinari che toccarono quasi tutto l'edificio con tinteggiature, adeguamento liturgico, rinnovo degli impianti ed elettrificazione del movimento delle campane.[1]
Gli ultimi interventi si sono avuti nel biennio 1982-1983 e poi nel 2009.[1]
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Note
Bibliografia
Voci correlate
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