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Classe Stalwart
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Le 18 navi classe Stalwart sono state concepite dalla marina militare statunitense come un sistema mobile per integrare il SOSUS (la rete di apparati di ascolto subacqueo installata durante la Guerra Fredda per tenere sotto controllo i sottomarini sovietici). Dal momento che nemmeno tale rete riusciva a coprire totalmente le vastità oceaniche, con un controllo deficitario o inesistente su parte di queste, venne ordinata la costruzione di questi vascelli, simili a grossi rimorchiatori d'altura.
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Struttura
Riepilogo
Prospettiva
Essi hanno una struttura adatta per affrontare il mare grosso, un apparato propulsivo su quattro motori diesel in due assi, con due piccoli fumaioli appaiati, ciascuno con un tubo per lo sfogo dei gas. La loro pitturazione è bianca, e le immatricolazioni sono T-AGOS1-18. La dotazione caratteristica è quella di un sonar passivo (idrofono) rimorchiato di grandi dimensioni, il SURTASS (Surveillance Towed Array Sensor System), con una serie di sensori sistemati su un cavo da 1829 metri, collegato ad un grosso argano, come fosse una rete a strascico[1]. I segnali acustici non vengono processati a bordo ma inviati ai comandi americani di base a terra tramite il canale satellitare.
La loro funzione di navi non combattenti è testimoniata sia dalle immatricolazioni, infatti portano la sigla USNS - United States Naval Service e non USS come prefisso, che dal fatto che su 30 uomini d'equipaggio vi sono 6 specialisti del SURTASS e il resto fa parte del comando trasporti dell'US Navy. La loro funzione è stata estremamente importante per sorvegliare gli oceani, specie ai tempi della Guerra fredda, quando i sottomarini nemici erano il principale motivo di preoccupazione della Nato, e continua ad esserlo ancora oggi.
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Note
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