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Cockfighter
film del 1974 diretto da Monte Hellman Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Cockfighter è un film del 1974 diretto da Monte Hellman. Il film è tratto dal romanzo Nato per uccidere (1962) di Charles Willeford, che compare anche nel film in un ruolo minore.
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Trama
Frank Mansfield, appassionato di scommesse e di combattimenti di galli, vive in una roulotte in Georgia e prepara i suoi volatili a combattere. In seguito a una scommessa persa, è costretto a cedere la roulotte e la fidanzata Dody a un suo concorrente. Scoraggiato, decide di tornare in famiglia, nella fattoria in cui è cresciuto e dove rivede il fratello Randall sposato con Frances. Poi incontra la sua vecchia fiamma Mary Elizabeth che, intollerante della sua vita vagabonda, gli propone di fermarsi a vivere insieme a lei. Frank tuttavia finisce per ricadere nella sua passione per le scommesse, vende la fattoria di famiglia e reinveste il ricavato nell'allevamento di galli per tornare ai combattimenti insieme all'amico Omar Baradansky. Obiettivo è vincere il torneo di Milledgeville; a questo punto Frank giura a sé stesso di non parlare più a nessuno fino a quando non riesce a vincere una medaglia come miglior allevatore. Dopo aver finalmente ottenuto la vittoria, può ricominciare a parlare.[1]
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Produzione
Tratto dal romanzo Nato per uccidere di Charles Willeford, Cockfighter vuol dire letteralmente allevatore di galli da combattimento. Il regista Monte Hellman, regista indipendente e ironico proveniente dalla scuderia di Roger Corman, si era già cimentato nella realizzazione di western. Hellman, come appassionato di scommesse, volle realizzare questo ritratto di vita di provincia in mezzo ai contadini della Georgia, appassionati di questa barbara consuetudine prima che venisse proibita in tutti gli Stati Uniti. Il film destò un certo scalpore in patria e le proteste animaliste per aver mostrato un vero combattimento fra galli, girato al rallentatore e fotografato fra forti effetti di colore dall'ispano-cubano Nestor Almendros.[1] In Italia il film fu proiettato a Venezia alla Biennale Cinema del 1975 ma non arrivò mai nelle sale italiane, ad eccezione di qualche proiezione in lingua originale all'interno di retrospettive.
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Note
Collegamenti esterni
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