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I giardini di marzo/Comunque bella

singolo di Lucio Battisti del 1972 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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I giardini di marzo/Comunque bella è il 15º singolo di Lucio Battisti, pubblicato il 24 aprile 1972[2] per la casa discografica Numero Uno.

Dati rapidi I giardini di marzo/Comunque bella singolo discografico, Artista ...
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Descrizione

La copertina del singolo, così come quella dell'album, è una fotografia scattata da Caesar Monti.

I giardini di marzo è uno dei brani più noti di Lucio Battisti e di tutta la musica leggera italiana.[3] Si trova infatti alla posizione numero 22 nella classifica dei 200 migliori brani nella storia della musica italiana secondo Rolling Stones.[4] Il testo, scritto da Mogol in chiave autobiografica, parla degli anni della sua infanzia nel dopoguerra, tra povertà e difficoltà familiari ed esistenziali.[5]

La canzone viene riprodotta allo Stadio olimpico alla fine di ogni partita vinta dalla Lazio, squadra di cui Battisti era tifoso.[6][7]

Il lato B del singolo estratto dall'album è Comunque bella, una storia d'amore nel quale il protagonista, nonostante lei l'abbia tradito, non può fare a meno di guardarla e di trovarla comunque bella.

Nel febbraio 2013 Edizioni Master ne pubblica la ristampa con il primo numero della raccolta L'enciclopedia de I migliori anni abbinata all'omonima trasmissione.

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Accoglienza

Il singolo raggiunse il primo posto della classifica italiana e vi rimase per circa due mesi. Fu il 4º più venduto del 1972 in Italia.[8]

Ulteriori informazioni Nº, Settimana ...
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Tracce

Testi e musiche di BattistiMogol.

  1. I giardini di marzo – 5:33
  2. Comunque bella – 3:53

Musicisti

  • Lucio Battisti: chitarra elettrica, chitarra classica, chitarra 6 corde, chitarra 12 corde, voce, pianoforte e wah wah
  • Massimo Luca: chitarra elettrica, chitarra classica, chitarra 6 corde, chitarra 12 corde
  • Eugenio Guarraia: chitarra elettrica
  • Angelo Salvador: basso
  • Tony Cicco: batteria, cori
  • Dario Baldan Bembo: organo Hammond, pianoforte, piano elettrico
  • Mario Lavezzi, Oscar Prudente, Babelle Douglas, Barbara Michelin e Sara: cori, violini, viole, violoncelli, ocarina
  • Gian Piero Reverberi: ascolto in regia e archi
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Note

Collegamenti esterni

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