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Cornelio Salonino
co-imperatore romano (r. 260) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Publio Licinio Cornelio Valeriano Salonino (latino: Publius Licinius Cornelius Valerianus Saloninus; 243 circa – Colonia, 260) fu cesare dell'Impero romano sotto gli imperatori Valeriano e Gallieno, rispettivamente il nonno e il padre, e poi augusto.
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Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Salonino era figlio di Gallieno e Cornelia Salonina, e dalla madre prese nome. Quando il padre e il nonno assunsero la porpora, nel 253, a Salonino fu conferito il titolo di cesare.
Fu lasciato in Gallia, sotto la tutela del prefetto del pretorio Silvano, quando il padre dovette recarsi in Pannonia a confrontarsi con l'usurpatore Ingenuo.[1]
Pare che Silvano e Salonino abbiano avuto un contrasto con il generale Postumo riguardo al bottino di una vittoria ottenuta da quest'ultimo durante un'incursione dei barbari: Postumo l'aveva distribuito ai propri uomini, mentre Silvano gli ordinò di mandarlo a Colonia Agrippina (Colonia), dove si trovava Salonino. Postumo si ribellò e attaccò Salonino a Colonia Agrippina: furono gli stessi difensori a consegnargli Silvano e Salonino, che furono messi a morte (260).
Non è chiaro quando, ma Salonino ricevette il rango di Augusto, o quando rimase da solo in Gallia, per dargli maggiore autorità, o dopo l'usurpazione di Postumo.[1] La presenza di alcune monete coniate dopo la sua morte e recanti invece il titolo di Cesare è stata spiegata, tra l'altro, con la possibilità che la sua elevazione al titolo di Augusto fosse stata intesa come temporanea.[2]
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Note
Bibliografia
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Collegamenti esterni
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