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Diatermocoagulazione
tecnica chirurgica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La diatermocoagulazione (anche DTC o DEC) è una tecnica di diatermia chirurgica[1] utilizzata per l'asportazione solitamente di piccole parti di tessuto epidermico. Il termine che può riferirsi ad ogni atto chirurgico utilizzando un elettrobisturi con la funzione «coagulazione» in Italia è utilizzato prevalentemente in ambito dermatologico.
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Descrizione
Riepilogo
Prospettiva
La tecnica si basa in genere su uno strumento elettromedicale che genera una corrente elettrica in radiofrequenza, modulata ad impulsi, in grado di tagliare o cicatrizzare l'epidermide. Lo strumento concentra la corrente su una piccola area di un elettrodo attivo posto a contatto con la regione interessata dall'operazione mentre un elettrodo di grande dimensione, in genere mantenuto umido per agevolare il contatto elettrico, viene posto a contatto con un'altra parte del corpo in modo tale che la corrente possa scorrere. La diatermocoagulazione dermatologica prevede anche l'utilizzo della folgorazione diatermica dove tra l'elettrodo attivo, non a contatto, e i tessuti da rimuovere si forma un arco con un flusso di plasma che comporta l'erosione, vaporizzazione e bruciatura dei tessuti da rimuovere. L'elettrodo per la folgorazione diatermica ha generalmente la forma di una piccola sfera.[2][3]
L'utilizzo dell'elettrocauterio, non a radiofrequenza, con il catodo a contatto con i tessuti da rimuovere o coagulare non è propriamente una tecnica di diatermia chirurgica in quanto priva del calore profondo prodotto dalla radiofrequenza.
Della corrente prodotta dallo strumento è possibile variare intensità, frequenza e pulsazione, a seconda che si voglia tagliare o cicatrizzare.
In dermatologia è utilizzata per la cura di piccole lesioni cutanee, come ad esempio verruche, condilomi, fibromi penduli.[4]
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Note
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