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Diocesi di Apolloniade

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Diocesi di Apolloniade
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La diocesi di Apolloniade (in latino Dioecesis Apolloniensis) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Fatti in breve Apolloniade Sede vescovile titolareDioecesis ApolloniensisPatriarcato di Costantinopoli, Vescovo titolare ...
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Storia

Riepilogo
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Apolloniade, identificabile con le rovine nei pressi del lago di Uluabat nell'odierna Turchia, è un'antica sede vescovile della provincia romana di Bitinia nella diocesi civile del Ponto. Faceva parte del patriarcato di Costantinopoli ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Nicomedia.

La diocesi è documentata nelle Notitiae Episcopatuum del patriarcato di Costantinopoli fino al XV secolo.[1] Nei concili del 680 e del 692 i vescovi apposero la loro firma agli atti con il titolo di episcopi Theotocianorum civitatis.

Tra i vescovi conosciuti di Apolloniade vi sono due santi: Marco, menzionato nel Menologio greco alla data del 25 giugno, che subì il martirio tramite la lapidazione; e Niceta, confessore della fede, che subì la persecuzione ad opera degli oppositori del culto delle immagini ed è ricordato nel martirologio romano alla data del 20 marzo.[2]

Si conoscono altri vescovi di questa antica diocesi. Gorgonio (Gorgonios Apolloniados) fu tra i padri del primo concilio ecumenico celebrato a Nicea nel 325.[3] Eugenio (Eugenios Apolloniados) partecipò al concilio di Efeso del 431. Paolo intervenne al sinodo di Costantinopoli del 22 novembre 448, durante il quale fu condannato l'archimandrita Eutiche; lo stesso vescovo prese parte il 13 aprile dell'anno successivo ad una nuova riunione sinodale, dove, su istanza dell'imperatore Teodosio II, fu confermata la condanna di Eutiche.[4]

Ciriaco, episcopus Apolloniadis, sottoscrisse il decreto sinodale di Gennadio I di Costantinopoli contro i simoniaci nel 458/459 circa.[5] Anastasio prese parte al terzo concilio di Costantinopoli nel 680.[6] Simeone era presente al concilio in Trullo nel 692.[7] Teofilatto assistette al secondo concilio di Nicea nel 787.[8]

Un anonimo vescovo di Apolloniade, iconoclasta, è documentato nella vita di san Pietro di Atroa, attorno all'anno 832 circa.[9] Michele infine partecipò al concilio di Costantinopoli dell'879-880 che riabilitò il patriarca Fozio.[10]

Dal 1933 Apolloniade è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 9 febbraio 1968. Il titolo è stato assegnato a tre vescovi: Pjetër Dema, vescovo in Albania; Nicholas Thomas Elko, esarca apostolico per i fedeli ruteni residenti negli Stati Uniti d'America; e Enrico Petrilli, vescovo ausiliare di Siena.

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Cronotassi

Vescovi greci

  • San Marco †
  • Gorgonio † (menzionato nel 325)
  • Eugenio † (menzionato nel 431)
  • Paolo † (prima del 448 - dopo il 449)
  • Ciriaco † (menzionato nel 458/459 circa)
  • Anastasio † (menzionato nel 680)
  • Simeone † (menzionato nel 692)
  • Teofilatto † (menzionato nel 787)
  • San Niceta † (VIII/IX secolo)
  • Anonimo † (menzionato nell'832)
  • Michele † (menzionato nell'879)

Vescovi titolari

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Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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