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Disturbo del linguaggio

disturbi che si sviluppano nell'area del linguaggio e della comunicazione Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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I disturbi del linguaggio sono disturbi che implicano l'elaborazione delle informazioni linguistiche. I problemi che possono essere riscontrati possono coinvolgere la grammatica (sintassi e/o morfologia), la semantica (significato) o altri aspetti del linguaggio. Questi problemi possono essere ricettivi (che comportano una ridotta comprensione del linguaggio), espressivi (che comportano la produzione del linguaggio) o una combinazione di entrambi. Gli esempi comprendono il disturbo specifico del linguaggio, anche noto come disturbo dello sviluppo del linguaggio, e l'afasia, tra gli altri. I disturbi del linguaggio possono influenzare sia la lingua parlata che quella scritta,[1] e possono anche influenzare la lingua dei segni; tipicamente, tutte le forme di linguaggio possono essere compromesse.

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

I dati attuali indicano che il 7% dei bambini manifesta disturbi del linguaggio,[2][3] con i maschi diagnosticati il doppio rispetto alle femmine.[4] Ricerche preliminari sui potenziali fattori di rischio hanno suggerito che componenti biologiche, come basso peso alla nascita, prematurità, complicazioni generali alla nascita e sesso maschile, così come la storia familiare e la scarsa educazione dei genitori possono aumentare la possibilità di sviluppare disturbi del linguaggio.[5]

Per i bambini con difficoltà linguistiche fonologiche ed espressive, ci sono prove a sostegno della terapia del linguaggio (logopedia). Tuttavia, la stessa terapia si è dimostrata molto meno efficace per le difficoltà di linguaggio ricettivo.[6] Questi risultati sono coerenti con la prognosi peggiore per i disturbi del linguaggio ricettivo che sono generalmente accompagnati da problemi nella comprensione della lettura.[7]

Va sottolineato che questi sono distinti dai disturbi della fonazione, che comportano difficoltà con l'atto di produzione del linguaggio, ma non con il linguaggio. I disturbi del linguaggio tendono a manifestarsi in due modi diversi: disturbi del linguaggio ricettivo (in cui non è possibile comprendere adeguatamente il linguaggio) e disturbi del linguaggio espressivo (in cui non è possibile comunicare correttamente il messaggio previsto).

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Disturbi del linguaggio ricettivo

I disturbi del linguaggio ricettivo possono essere acquisiti o evolutivi (il più delle volte quest'ultimo caso). Durante lo sviluppo, le difficoltà nel linguaggio parlato tendono a manifestarsi prima dei tre anni di età. Di solito tali disturbi sono accompagnati da disturbi del linguaggio espressivo.[8]

Tuttavia, i sintomi e i segni unici di un disturbo del linguaggio ricettivo annoverano: difficoltà a comprendere il significato di parole e frasi, difficoltà a mettere le parole nell'ordine corretto e incapacità di seguire le istruzioni verbali.[9]

Le opzioni di trattamento includono: logopedia, scolarizzazione con educazione speciale e il supporto di uno psicologo se sono accompagnati da problemi comportamentali.

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Disturbi del linguaggio espressivo

A differenza del disturbo della fonazione, il problema con i disturbi del linguaggio espressivo riguarda non solo la voce e l'articolazione, ma anche la formazione mentale del linguaggio stesso.

Disturbi del linguaggio espressivo possono verificarsi durante lo sviluppo di un bambino o possono essere acquisiti. Questa acquisizione di solito segue un normale sviluppo neurologico ed è determinata da una serie di cause come traumi cranici o irradiazioni.[10]

Le caratteristiche di un disturbo del linguaggio espressivo variano, ma hanno alcune caratteristiche in comune come: vocabolario limitato, incapacità di produrre grammatiche complesse e più errori lessicali.

Se si tratta di un disturbo dello sviluppo, il bambino avrà difficoltà ad acquisire nuove parole e strutture grammaticali. Il bambino spesso inizierà a parlare più tardi dei suoi coetanei e progredirà a un ritmo più lento linguisticamente. A causa della natura stessa di questi disturbi, il bambino può avere difficoltà con gli insegnanti e nella socializzazione con i coetanei.[11]

Gli esperti che trattano comunemente tali disturbi includono logopedisti e audiologi.

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Psicopatologia del linguaggio

Una classe speciale di disturbi del linguaggio è studiata dalla psicopatologia del linguaggio. I suoi argomenti di interesse vanno dal semplice errore del linguaggio al linguaggio dei segni, dalla balbuzie alla schizofasia.

Balbuzie

Secondo le ricerche del dott. Antonio Bitetti, psicologo-psicoterapeuta, nonché fondatore dell'Istituto Europeo Balbuzie[12], la balbuzie non può definirsi un problema di linguaggio perché il balbuziente dovrebbe balbettare in tutte le situazioni della vita quotidiana. Invece, il balbuziente parla benissimo quando è da solo, senza la presenza di altre persone. Il credere che la balbuzie sia un problema di linguaggio è un problema assai datato e superato dalle attuali ricerche in ambito psicologico. Come spiega da anni il dott. Bitetti[13], la balbuzie è solo l'aspetto manifesto di un blocco emozionale e relazionale.

La balbuzie non può essere assolutamente affidata a cure prevalentemente educative come la logopedia perché non si dovrebbe in alcun modo controllare il linguaggio. Il linguaggio è un aspetto centrale nel concetto di funzionalità, poiché il balbuziente parla benissimo in condizioni di libertà dal giudizio esterno.

Note

Bibliografia

Voci correlate

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