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Effatà
casa editrice italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Effatà è una casa editrice italiana costituita nel 1995[2], che si occupa prevalentemente di letteratura psicologica, religiosa[3], didattica e accademica. Nel 2015 pubblicava circa 60 nuovi titolo all'anno[4].
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Il nome
Il nome Effatà significa in aramaico «Apriti» e fu la parola usata da Gesù per operare la guarigione di un sordomuto[5][6]. Venne scelto ispirandosi a una lettera indirizzata negli anni Novanta del Novecento ai mass media dal cardinale Carlo Maria Martini - a quei tempi arcivescovo di Milano - invitandoli ad avere come proprio fine quello di «aprire la mente e il cuore»[7].
Storia

La casa editrice fu fondata nel 1995 a Cantalupa da Gabriella Segarelli e Paolo Pellegrino. L'azienda si è caratterizzata fin dall'origine per una impostazione cattolica che ha mantenuto negli anni[8].
A venticinque anni dalla fondazione, la casa editrice ha raggiunto i 1200 titoli editi[4][9], alcuni dei quali pubblicati in traduzione in dodici paesi e distribuiti attraverso i principali canali[10].
L'editore ha partecipato ad alcuni eventi internazionali come la Fiera internazionale del Libro di Torino[11], la Frankfurter Buchmesse[12] e la fiera della piccola e media editoria di Roma Più libri più liberi[13].
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Attività editoriale
Le varie collane nelle quali si articola la produzione editoriale di Effatà si concentrano principalmente sui temi legati a famiglia, comunicazione, psicologia, problematiche della coppia, spettacolo; spiritualità, strumenti di studio[4].
Effatà Editrice ha in particolare pubblicato l'Edizione nazionale delle opere di san Giuseppe Cafasso e sono in corso di pubblicazione gli inediti del cardinal Michele Pellegrino.
Pubblica inoltre la collana «Studi giudaici».
Controversie
Nell'estate 2017 ha suscitato un'aspra polemica la distribuzione a numerosi adolescenti impegnati in attività estive di matrice cattolica di Ti amo. La sessualità raccontata agli adolescenti, un testo di Paolo Gariglio edito da Effatà dieci anni prima e ormai fuori catalogo. Il Coordinamento Torino Pride denunciò pubblicamente il libro come «intriso di omofobia» e chiese di interromperne la distribuzione, sollecitando anche una presa di posizione delle istituzioni locali[14].
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Note
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Collegamenti esterni
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