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Elisabeth Kopp

politica svizzera (1936-2023) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Elisabeth Kopp
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Elisabeth Kopp, nata Iklé (Zurigo, 16 dicembre 1936Zumikon, 7 aprile 2023), è stata una politica svizzera, prima donna Consigliera Federale.

Fatti in breve Consigliera federale, Durata mandato ...
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Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Esponente del partito liberale svizzero, crebbe a Berna e studiò giurisprudenza a Zurigo. Nella seconda metà degli anni cinquanta entrò a far parte della Schweizerische Vereinigung der Freisinnig-Demokratischen Frauen (Associazione svizzera delle donne democratiche liberali).[1] Laureatasi in giurisprudenza nel 1960, prestò servizio ausiliario femminile nell'esercito, e sempre nel 1960 sposò Hans W. Kopp (1931-2009), avvocato, presidente della Commissione federale dei media e docente all'Università di Zurigo, che verrà poi condannato per truffa e documenti falsi nel 1991 per la vicenda Trans KB, società che raccoglieva capitali a rischio promettendo lauti guadagni.[2] La coppia ha una figlia, Brigitt Schai Kopp.

Nel 1974, a Zumikon, Elisabeth Kopp divenne la prima sindaca donna della Svizzera tedesca, e l'anno successivo entrò nel Consiglio nazionale. Dopo esser divenuta vicepresidente del PLR,[1] venne eletta membro del Consiglio federale svizzero il 2 ottobre 1984 succedendo a Rudolf Friedrich, ritiratosi per motivi di salute. Durante il suo mandato fu a capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia e nel 1989 fu per alcuni giorni vicepresidente della Confederazione.[3]. I temi principalmente toccati furono l'uguaglianza tra uomo e donna, la tutela dai licenziamenti e la lotta al riciclaggio di denaro e altre misure.[4]

Per una telefonata effettuata dal proprio ufficio nella quale esortava il marito a dimettersi dal consiglio di amministrazione di un'azienda sotto inchiesta per riciclaggio di denaro, nella seconda metà del 1988 venne accusata di violazione di segreto d'ufficio.[4] Mantenne la propria carica fino al 12 gennaio 1989, quando fu costretta a dimettersi per le pressioni mediatiche e politiche. Sebbene la telefonata fosse stata ammessa dal ministro, nel 1990 il tribunale federale la assolse dalle accuse di violazione del segreto d'ufficio.[4][1][3]

Lasciati gli incarichi politici, svolse attività di giurista e di conferenziere. Nel 1996 fu nuovamente al centro di uno scandalo mediatico per aver dichiarato col marito un reddito pari a zero franchi annui, pur avendo apparentemente disponibilità di immobili del valore di vari milioni di franchi.[5] Negli anni seguenti, come membro del partito radical-democratico svizzero, si occupò dell'adesione della Svizzera all'ONU (2002) e dell'assicurazione sulla maternità (2004).[4]

È morta nell'aprile 2023, all'età di 86 anni, dopo una lunga malattia.[6][7]

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