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Eudo Giulioli

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Eudo Giulioli (Contea di Racine 1913Kruja, 5 agosto 1943) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

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Biografia

Riepilogo
Prospettiva

Nacque nella contea di Racine, Wisconsin (Stati Uniti d'America), nel 1913, figlio di Giovanni.[2] Ritornato in Italia divenne insegnante di educazione fisica a Torino, dove frequentava la facoltà di giurisprudenza della locale università.[2] Nel 1937 fu arruolato nel Regio Esercito, ammesso a frequentare la Scuola di applicazione di cavalleria di Pinerolo in qualità di ufficiale di complemento, ottenendo la nomina a sottotenente nel 1938.[2] Assegnato in servizio al 1º Reggimento "Nizza Cavalleria", fu posto in congedo alla fine dello stesso anno.[2] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, fu richiamato in servizio attivo in forza al 12º Reggimento "Cavalleggeri di Saluzzo" di stanza a Pordenone.[2] Promosso tenente nel gennaio 1942, fu brevemente in servizio al 3º Reggimento "Savoia Cavalleria", per passare poi al 19º Reggimento "Cavalleggeri Guide" di stanza in Albania.[3] Assegnato al 3º Squadrone autocarrato, cadde in combattimento il 5 agosto, quando partì da Tirana per liberare un gruppo dei Reggimento "Lancieri di Firenze" accerchiato da forze ribelli sulla via di Burrely presso Ciafa Stkames-Kruya.[2] Raggiunta la zona si lanciò nello scontrò, subentrando nel comando al sottotenente Giovanni Bonetto, caduto nell'azione, rimanendo[N 1] anch'egli ucciso.[3] Entrambi gli ufficiali vennero decorati con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]

La sezione dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Gallese porta in suo nome, così come gli era stata intitolata una caserma della guardia di finanza di Viterbo.[4]

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Onorificenze

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di unità mitraglieri di formazione, assegnata di rinforzo ad un’avanguardia, della quale aveva chiesto ed ottenuto di far parte, nel corso di un attacco di soverchianti forze ribelli che, favorite dal terreno, falciavano la colonna, con l’ardimento già dimostrato in precedenti azioni, reagiva prontamente col fuoco delle sue armi postate in avanti e allo scoperto. Decimato il plotone di testa e caduto il suo comandante, lo sostituiva nel comando e con i superstiti persisteva con ardore nell’impari lotta. Accerchiato ed invitato ad arrendersi, contrassaltava con lancio di bombe a mano e all’arma bianca, consentendo così a gran parte dei superstiti di aprirsi un varco e di ricongiungersi ai reparti retrostanti. Ferito, ad una nuova intimazione di resa rispondeva col fuoco di una mitragliatrice che era riuscito a far funzionare, finché colpito in fronte moriva abbracciato all’arma. Luminoso esempio di valore e di senso del dovere spinto fino al supremo sacrificio. Albania, 5 agosto 1943
 Decreto del Presidente della Repubblica 25 agosto 1953[5]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
 Decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 1949[6]
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Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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